La Nuova Sardegna

“Con la boca apierta” sulla strada della vita

di Antonio Mannu
“Con la boca apierta” sulla strada della vita

A Palau la mostra della fotografa Cristina Garcia Rodero  

04 settembre 2017
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PALAU. Comincia oggi, col programma dedicato a bambini e ragazzi la ventunesima edizione del festival “Isole che Parlano”, in programma fino a domenica tra Palau, Golfo Aranci e La Maddalena. Giovedì verrà inaugurata a Palau, alle 21, la mostra “Con la boca abierta” di Cristina Garcia Rodero, la proposta fotografica del festival. Sarà presente l'autrice. E' la seconda occasione in cui l'opera della grande fotografa spagnola viene esposta in Sardegna, dopo che nel 2003, ancora a Palau e sempre nell'ambito di “Isole che Parlano”, fu presentato il suo lavoro fondamentale, “España oculta”, intenso viaggio fotografico «nell'anima misteriosa, magica e vera, della Spagna popolare; in tutta la sua passione, amore, umorismo, tenerezza, rabbia e dolore, in tutta la sua verità, raccontando i momenti pieni ed intensi nella vita di personaggi così semplici e irresistibili, come fosse una sfida personale nella quale ho investito tutto il mio cuore».

Cristina García Rodero è una delle figure più autorevoli della fotografia spagnola contemporanea. Nata a Puertollano, Mancia del Quijote,si è formata studiando Belle Arti all'Università Complutense di Madrid, per poi approdare alla fotografia documentaria, esplorando, nell'arco di oltre 40 anni, proprio questa tematica e questa relazione, quella tra la fisicità e ciò che definiamo spirituale, magico, misterioso, indecifrabile. L'anima e il corpo: sono questi i soggetti della sua attenzione che mira ai limiti, alle insensatezze, all'inverosimile, “all'esperpentico.” Un termine letterario, creato da Ramon del Valle Inclan, che definisce un genere. «Fellini e Bunuel sono esperpentici, Berlanga lo è». dice la Rodero, citando alcuni dei suoi cineasti preferiti. La sua opera è attraversata da riferimenti artistici e letterari che si mescolano con l'interesse umanistico e popolare, con l'attenzione ai rituali e alla relazione che lega le persone ai luoghi e alla loro natura. Nel 1973, grazie ad una borsa di studio della Fundacion Juan March, inizia il suo monumentale lavoro di documentazione delle tradizioni popolari spagnole. Una sintesi di questa fatica viene pubblicata nel 1989 nel volume “España oculta”. Con quest'opera la Rodero vince il premio al miglior libro fotografico alla ventesima edizione degli Incontri Internazionali della Fotografia di Arles, uno tra i principali eventi planetari dedicati all'immagine fissa. Dal 1995 allarga il campo della sua ricerca al mondo intero, realizzando lavori straordinari tra cui vanno senz'altro segnalate le testimonianze sul culto di Maria Lionza in Venezuela, le immagini sui riti e i pellegrinaggi ad Haiti, le incursioni nel mondo del sesso esibito e della pornografia. Dal 2009 è membro permanente della prestigiosa agenzia fotografica Magnum. “Con la boca abierta” è la prima retrospettiva tematica di Cristina Garcia Rodero. Abbraccia tutta la sua produzione fotografica, dai primi anni Settanta sino ai suoi lavori più recenti, seguendo un letterale filo conduttore, l'atto della bocca aperta, che da conto di una moltitudine di sentimenti e situazioni umane: stupore, stanchezza, erotismo, dolore, allegria. Della sequenza di 55 fotografie, selezionate dalle oltre trentamila visionate per costruire questa proposta espositiva, fanno parte l'immagine della nascita di un bambino, che espande il suo primo respiro, e quella che racconta l'ultimo alito di una vita, attraverso la visione di una veglia funebre in Georgia. Tra queste due si dipana un viaggio tra i sentimenti più intimi e crudi, che mette in mostra aspetti e dettagli del quotidiano e dello straordinario, evidenziando contesti culturali distanti e differenti, ma insieme simili e vicini. Un viaggio intriso di ironia, dolore, tenerezza e tristezza, o di una mescolanza fertile e forte di tutti questi elementi, in un flusso emotivo che a tratti assume un carattere etnografico che racconta un mondo arcaico e rurale, altrove indaga i linguaggi dell'avanguardia e della contemporaneità.

“Con la boca abierta” arriva in Sardegna dopo essere stata presentata in diverse capitali del mondo, da New Delhi a Mosca, a Praga, Belgrado, Roma e Sofia. La mostra è organizzata dall'Associazione Sarditudine con il supporto dell'Instituto Cervantes e la collaborazione del Centro de Arte Tomas y Valiente de Fuenlabra e dell'Associazione Culturale Ogros. Sarà visitabile, sino al 30, nello spazio del Centro di documentazione del Territorio di Palau. All'inaugurazione seguirà un incontro con la Rodero dal titolo "Riflessioni sull'etica di un mestiere”.



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