La Nuova Sardegna

L’isola come un grande studio cinematografico

di Fabio Canessa
L’isola come un grande studio cinematografico

Parte da Venezia un progetto di promozione delle location

05 settembre 2017
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SASSARI. Benvenuti a “cineisola”. La Sardegna come un grande studio cinematografico, adatto a soddisfare desideri ed esigenze di registi e produttori. A ospitare riprese per ogni genere di film: da quelli storici alla fantascienza, dalla commedia al western. Il sogno coltivato dalla Fondazione Sardegna Film Commission oggi ha un nuovo strumento per diventare sempre più conosciuto e concreto: “Italy for Movies” (italyformovies.it), il portale delle location e degli incentivi alla produzione (realizzato da Mibact, Italian Film Commissions e Istituto Luce-Cinecittà) che il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini ha presentato nei giorni scorsi alla Mostra del cinema di Venezia. Il progetto è finalizzato ad accrescere l’attrattività turistica e la visibilità dei territori regionali attraverso la produzione cinematografica e audiovisiva.

La Sardegna è protagonista con un portfolio (in via di ampliamento) di cinquanta location: da Alghero a Villasimius, dalle miniere di Montevecchio alla Basilica di Saccargia, passando per i capoluoghi di Provincia e piccoli borghi come Tratalias. «Uno strumento preziosissimo - sottolinea Antonello Grimaldi, presidente della Sardegna Film Commission - per la promozione del nostro territorio che, a volte ce ne dimentichiamo, ha tutto: il mare, la montagna, la campagna, il deserto. Il nostro compito è farlo conoscere, attirare i produttori che devo dire stanno venendo sempre più numerosi a vedere i posti. Poi non è sempre facile farli tornare a girare, servono sicuramente più finanziamenti, ma hanno mostrato interesse anche grandi produzioni internazionali. Posso citare nomi di registi come Ridley Scott e Brian De Palma». In prospettiva dell’ulteriore aumento delle richieste, italiane e dall’estero, secondo Antonello Grimaldi sarà necessario anche sviluppare il reparto delle maestranze locali, fondamentali per appoggiare le produzioni: «Ci sono - specifica Grimaldi - ma in futuro ne serviranno di più per far fronte alla domanda. Credo quindi sarà importante organizzare dei corsi di formazione professionale per preparare macchinisti, elettricisti, sarte. Insomma i vari mestieri del cinema».

A Venezia, come rappresentante della Sardegna Film Commission, c’è in questi giorni la direttrice Nevina Satta. Anche lei sottolinea l’importanza che potrà avere Italy for Movies. «A più livelli - evidenzia - Primo di tutto come motore di cineturismo, una delle idee fondanti il progetto. Il prodotto audiovisivo che diventa mezzo di promozione del territorio. L’esempio è quello di Ragusa che grazie alla serie di Montalbano è diventata meta di tanti turisti». Sia Antonello Grimaldi sia Nevina Satta ricordano a proposito che a breve andrà in onda la serie “L’isola di Pietro”, con protagonista Gianni Morandi, girata tra Carloforte e Sant’Antioco. «E poi il portale - aggiunge la direttrice della Sardegna Film Commission - con la varietà delle location proposte vuole abbattere certi cliché che ancora resistono: che nella nostra isola non c’è solo il mare, ma un variegato e unico patrimonio ambientale oltre che storico e archeologico. E ci sono zone meno conosciute, come il Sinis e il Sulcis, che hanno un grande potenziale dal punto di vista cinematografico».

Se ne stanno accorgendo sempre più produttori, come dimostrano i numeri della Film Commission che a Venezia festeggia i cinque anni dalla fondazione. «Nel 2016 la - sottolinea Nevina Satta - abbiamo assistito 160 produzioni. Quest’anno a maggio eravamo già a 130, quindi nel 2017 l’incremento sarà alla fine almeno del 35 per cento». Frutto in particolare di un lavoro di location scounting sempre più rodato. «Abbiamo avuto dall’Assessorato al turismo per questo progetto 200mila euro. Portiamo sempre più registi e produttori a vedere posti diversi della Sardegna. Così per esempio abbiamo catturato Laura Bispuri». Per quelli che poi vengono a girare c’è il fondo ospitalità (450mila il budget) «che - spiega Nevina Satta - abbiamo reso più agile».

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