La Nuova Sardegna

Sale, sudore e sangue La pesca del tonno negli scatti di Zizola

di Simone Repetto
Sale, sudore e sangue La pesca del tonno negli scatti di Zizola

Un workshop col fotografo sul linguaggio del reportage «La documentazione di una tradizione antica e sostenibile»  

15 settembre 2017
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CAGLIARI . I segreti della tecnica e dell’arte fotografica di Francesco Zizola, hanno caratterizzato gli ultimi giorni di una mostra esclusiva, assai seguita dal pubblico, nel corso dell’estate cagliaritana. Si tratta di “Sale, sudore e sangue”, rassegna fotografica inedita di scatti in bianco e nero sul l’attività delle tonnare del Sulcis del fotoreporter romano, autore di numerosi reportage internazionali in aree di crisi e vincitore di prestigiosi riconoscimenti, tra cui il World Press Photo. Allestita presso la Sala delle Volte dell’Exma ed inaugurata lo scorso 18 luglio, la mostra (che resterà aperta fino al 17 settembre), negli ultimi giorni è stata caratterizzata da un workshop, curato dallo stesso Zizola, che ha focalizzato l’attenzione sullo stato della fotografia ed i nuovi linguaggi visivi. «Nelle sue varie declinazioni, la fotografia oggi vive una trasformazione radicale sotto l’influenza dell’avanzamento tecnologico e di nuovi valori della società», ha spiegato l’autore. «Cos’è oggi il racconto fotografico? Com’è mutato il suo linguaggio? E come lo sia applica ai nuovi media non tradizionali?», sono alcune delle domande poste durante gli incontri, che hanno permesso ai partecipanti di conoscere, approfondire e riflettere sulle prospettive di sviluppo della fotografia, con un’attenzione particolare a quella documentaria.

Tecnicamente, si è aperto un confronto sulle varie fasi di un progetto fotografico, anche considerando l’utilizzo delle nuove tecnologie disponibile, quali action cam, droni e smartphone, ormai diffusamente utilizzati per scattare foto da chiunque. Il riferimento, è andato ovviamente all’oggetto della mostra di Zizola, curata da Deanna Richardson e patrocinata dal comune di Cagliari, con il contributo della Fondazione di Sardegna, in cui si raccontano, attraverso spettacolari e suggestive immagini scattate sopra e sotto la superficie marina, gli ultimi cinque anni della pesca al tonno rosso nelle tonnare di Portoscuso e Porto Paglia.

Scatti che hanno mostrato il fascino e l’asprezza di un lavoro secolare, ma anche la deferenza che si deve al tonnarotto ed al tonno ucciso, nel rispetto della tradizione, che la modalità in bianco e nero ha reso meno cruenti. «La mostra, che fa riferimento al più ampio progetto Hybris sui limiti dell’uomo rispetto agli elementi naturali – ha precisato Zizola – ci porta indietro nel tempo, in una Sardegna dove ancora esiste l’antico rito della mattanza e i pescatori sono gli ultimi testimoni della relazione simbiotica esistente tra l’uomo e il mare». Insieme a quella dell’Isola Piana di Carloforte, le tonnare immortalate da Zizola sono le uniche attive in Mediterraneo, in quanto le altre esistenti sono calate in Spagna ed in Marocco, fuori dallo stretto di Gibilterra.

Fra le tradizionali reti che compongono le camere della tonnara, nell’ultimo lustro ne sono comparse delle nuove, dei gabbioni galleggianti in cui vengono trasferiti i tonni vivi, che finiscono la loro “corsa” negli allevamenti marini a Malta. Un ulteriore spunto di riflessione sul futuro di un sistema di pesca più sostenibile.

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