La Nuova Sardegna

Premio Dessì al femminile: vince Carmen Pellegrino

di Marco Vitali
Premio Dessì al femminile: vince Carmen Pellegrino

La scrittrice napoletana premiata per “Se mi tornassi questa sera accanto” Maria Grazia Calandrone si impone nella sezione poesia con “Gli scomparsi”

24 settembre 2017
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VILLACIDRO. Il Premio Dessì è tutto femminile: Carmen Pellegrino (sezione narrativa) e Maria Grazia Calandrone (sezione poesia) sono le vincitrici dell’edizione numero 32. La cerimonia si è tenuta ieri in Piazza Municipio, in una serata condotta dalla giornalista Roberta Floris e arricchita dalle letture di Emilia Agnesa e di Giacomo Casti. La giuria ha assegnato un premio speciale al filosofo Remo Bodei. I due premi speciali della Fondazione Sardegna sono stati assegnati a Massimo Bray, direttore dell’Enciclopedia Treccani e presidente del Salone di Torino, e al critico Carlo Ossola.

Continua così l’astinenza degli scrittori sardi: l’ultima vittoria isolana risale al 2009 con Michela Murgia e il suo “Accabadora” e prima di lei era stato premiato nel 2005 Giulio Angioni per “Alba nei giorni bui”. Quest’anno era in lizza Alberto Capitta con “L’ultima trasfigurazione di Ferdinand” (Il Maestrale), insieme a Roberto Pazzi con Lazzaro (Bompiani) e a quella che poi è stata la vincitrice, Carmen Pellegrino con “Se mi tornassi questa sera accanto” (Giunti). La giuria, composta da Anna Dolfi, Mario Baudino, Duilio Caocci, Giuseppe Langella, Giuseppe Lupo, Massimo Onofri, Stefano Salis, Gigliola Sulis e Paolo Lusci, le ha attribuito il premio perché, si legge nelle motivazioni «aveva già impressionato, nel 2015, con “Cade la terra”, che ci aveva consegnato una voce speciale e già riconoscibilissima. Il romanzo, si sa, vive di stati tiepidi, perché, se la temperatura si alza troppo spesso, il rischio è quello di bruciarsi. Sicché stupiva che una giovane donna all’esordio vi riuscisse così di frequente e così facilmente, senza danni, per di più non depauperando, ma arricchendo di nuove note lo spartito della sua narrazione. Pellegrino, insomma, nutriva da subito di poesia la sua scrittura, irrigandola come, col corpo, fa ogni sistema vascolare. “Prendete il titolo di quest’ultimo romanzo “Se mi tornassi questa sera accanto”: che deriva appunto da un verso d'una poesia sul padre di Alfonso Gatto e riportata in epigrafe. C’è però un altro motivo: che la poesia può giocare meglio coi simboli di quanto non faccia il romanzo».

Maria Grazia Calandrone è stata invece preferita col suo libro “Gli scomparsi” (Lieto colle), agli altri due finalisti Alberto Nessi con “Un sabato senza dolore” (Interlinea) e Daniele Piccini con “Regni” (Manni) perché, secondo la giuria, affronta con la sua raccolta «quello che definisce il “museo dinamico dello schermo televisivo”, ovvero la popolare trasmissione che da anni, col titolo “Chi l’ha visto”, ha un grande successo di pubblico – e si attira peraltro qualche critica tra snobismi intellettuali e fondate perplessità sul merito di questa caccia collettiva a vicende privatissime, il più delle volte tragiche. Ma la poetessa non ha nulla di intellettualistico, e lo dimostra la sua attività multiforme di “randagismo interiore”, dunque può non curarsene».

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