La Nuova Sardegna

Rivoluzione nelle vigne della Sardegna, piccoli talenti crescono

Giovanni Fancello
Rivoluzione nelle vigne della Sardegna, piccoli talenti crescono

Giovani imprenditori tornati a casa, rinascita delle cantine dell'isola

07 ottobre 2017
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«Il sacramento dell'eucaristia può essere celebrato soltanto con il vino della vite… perché il vino fatto con l'uva è in un certo senso l'immagine degli effetti del sacramento: con questo voglio dire la gioia dello spirito, perché sta scritto che il vino rende lieto il cuore dell'uomo». Così predicava Tommaso d'Aquino nel XIII secolo. Il vino fin dai tempi più remoti era dono protetto dalle divinità: Osiride in Egitto, Dioniso in Grecia, Saturno nelle civiltà italiche, Bacco a Roma. Grandi sono state le evoluzioni e oggi ci siamo abituati a vini dal sapore costante e pulito, principalmente il succo di vitigni “modaioli”, fermentati con lieviti selezionati per mantenere sempre uguale il gusto anonimo, uguale dalla Val D’Aosta alla Sicilia. Diffidiamo senza certezze il vino dell’antichità: rustico, scadente e acetato. Eppure, già nell’antico Egitto si praticava una cultura enologica avanzata: i vignaioli usavano saggiare le varie qualità di vino nuovo, per poi mescolarlo e travasarlo e lasciarlo maturare, in contenitori ben chiusi ed etichettati, in apposite cantine. E’ chiaro che anche nel mondo antico, come oggi, vi erano buoni e cattivi vignaioli.

Ma cosa sta succedendo nella Sardegna enologica contemporanea? Una grande rivoluzione! Una sorta di rinascita. Giovani cervelli partiti qualche anno fa alla ricerca di una “terra promessa”, hanno rifatto i bagagli per rientrare nella terra natia; oppure hanno abbandonato altri lavori per seguire le orme dei nonni o dei padri. Molti sono tornati per dedicarsi all’attività agricola e per ridare una nuova vitalità e immagine alla viticoltura sarda. Ad Alghero, Gabriele e Andrea Bardino, dopo aver vagato per tutta Europa, eccoli a curare i vini delle Cantine Rada. Sempre ad Alghero, Alessandro e Antonello Fois, sempre alla ricerca sempre di nuovi orizzonti, eccoli ad assecondare le attività paterne delle Tenute Fois, indirizzate a creare un raffinato Vermentino. Massimo Rossini, dopo aver abbandonato il negozio da parrucchiere a Londra, eccolo vignaiolo a Laerru nelle Tenute Rossini. Mario Bagella, terminati gli studi in Agraria, riprende in mano le vigne dei nonni con l’azienda 1Sorso. Roberto Pusole, con diverse esperienze in Piemonte, ritorna a Baunei e cura la produzione enologica dell’azienda agricola Pusole. Alessandro Dettori a Sennori eredita le vigne dai nonni e crea produzioni biodinamiche presso le Tenute Dettori che incantano il mondo. Giorgio Fara e le sorelle, sempre a Sennori, come quarta generazione, producono vini attenti presso le Cantine Fara. Dopo aver vagato per il mondo, le sorelle Laura e Delia della Cantina Sorres di Sennori, ora curano preziosi vini di Romangia. Giommaria Pirisi a Torralba è concentrato nelle sue piccole e ottime produzioni della Cantina Pùmari. Giovanni e Sebastiano Polinas, tra Sicilia e Bonnanaro, a piccoli passi stanno creando vini eccelsi. E tante ancora sono le nuove ed eloquenti nuove generazioni di vignaioli. Tutti stregati dalla bellezza e orgogliosi di produrre con tecniche ed esperienze che sanno di futuro.

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