La Nuova Sardegna

L’arte di Maria Lai raccontata dagli scatti di venti fotografi

Maria Lai
Maria Lai

Le Vigne Surrau ospitano la mostra dedicata alla grande artista ogliastrina. Il curatore Salvatore Ligios: «Non è una celebrazione, sono immagini per tutti»  

13 ottobre 2017
3 MINUTI DI LETTURA





ARZACHENA. Venti scatti da brivido dedicati a Maria Lai e alla sua arte. La “wine boutique” di Vigne Surrau, al chilometro 1 della provinciale che da Arzachena conduce a Porto Cervo, ospita da venerdì scorso e sino al 10 gennaio 2018, dalle 10 alle 22, l'esposizione “Maria Lai. Fotografie. 20 fotografi raccontano”. L’evento - tra botti in rovere, cristalli, sughero e acciaio accuratamente accostati - è curato da Salvatore Ligios. «Nel nostro piccolo, con l’artista ogliastrina ci unisce il filo di valori, sentimenti, animo e attaccamento per il territorio e le tradizioni» dice Tino Demuro, amministratore delegato di Vigne Surrau.

Un percorso che accomuna arte e natura, sguardi perplessi e curiosi, certezze e patrimoni artistici di valore inestimabile. Primi piani, al tavolo di lavoro, in compagnia di conoscenti e amiche, alle prese con incisioni e composizioni: Maria Lai come ritratta a modo suo. Una concentrazione di buone pratiche culturali da preservare e non perdere. L'esposizione raccoglie le testimonianze fotografiche di Pierluigi Dessì, Marco Alberto Desogus, Anna Marceddu, Alessandro Cani, Giuseppe Ungari, Gianluca Vassallo, Mario Saragato, Salvatore Ligios, Beniamino Pillitu, Giancarlo Deidda, Donato Tore, Vittoria Soddu, Rosi Giua, Piero Pes, Max Solinas, Elisabetta Loi, Daniela Zedda, Pietro Paolo Pinna, Paola Pusceddu, Agostino Mela.

«Gli scatti di Maria Lai rappresentano un messaggio, neanche tanto velato, che perseguiamo quotidianamente nel nostro lavoro, tenendo a mente autenticità, tradizioni e vocazione del territorio. La vitivinicoltura gallurese sviluppa un credo basato su valori forti, radicati nella storia e al tempo stesso aperti al futuro e alle innovazioni» ha detto ancora Tino Demuro presentando l’iniziativa ospitata nei locali della cantina gallurese e che può essere benissimo definita un sublime connubio tra le immagini di una grande intellettuale con l’azienda vitivinicola gallurese. La mostra - apertasi al museo Stazione dell’arte di Ulassai - fa capo a uno sforzo organizzativo che si è concentrato sulla ricerca di autori sardi che per professione o interessi culturali hanno realizzato fotografie su Maria Lai. Con l'intento di testimoniare il dialogo continuo che l'artista ha avuto nel tempo con coloro che, documentando puntualmente i suoi lavori, ne hanno favorito la circolazione e la diffusione.

L’artista ogliastrina amava ripetere che “Il gioco è l’arte dei bambini, l’arte è il gioco degli adulti”. Secondo Salvatore Ligios - curatore della mostra e presidente di Su Palatu, associazione alla ribalta internazionale per la realizzazione e la promozione culturale su più fronti dell’isola - la mostra «non ha assolutamente pretese celebrative ma, come diceva Maria, parafrasando Salvatore Cambosu, le fotografie al posto delle parole sono come il miele delle api: destinato a diventare cibo per tutti».

A dirla tutta, i venti scatti incastonati in casa Surrau, scuotono l’anima. E rappresentano una filiera di pensiero e interpretazione per »una Sardegna che in ambito fotografico si sviluppa ancora a pascolo brado che - rimarca Salvatore Ligios - merita di essere conosciuta e apprezzata».



In Primo Piano
La sentenza

La Corte Costituzionale cassa le “norme estranee” fra quelle sanitarie che la Regione aveva inserito nella legge di stabilità 2023

Le nostre iniziative