La Nuova Sardegna

«L’Alligatore è tornato e ha voglia di innamorarsi»

di Grazia Brundu
«L’Alligatore è tornato e ha voglia di innamorarsi»

Lo scrittore nell’isola col suo nuovo libro ““Blues per cuori fuorilegge e vecchie puttane”

14 ottobre 2017
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Con la Sardegna Massimo Carlotto ha un rapporto stretto. Almeno dal 2008, quando ha pubblicato, con il Collettivo Mama Sabot, “Perdasdefogu”, un romanzo d’inchiesta sul Poligono militare di Quirra. Sua moglie, Colomba Rossi, direttrice editoriale della collana “Sabot/age, è nata a Cagliari, e sull’isola lo scrittore di noir trascorre almeno due mesi, in estate, tra il Sulcis e il capoluogo. Adesso ritorna per incontrare i lettori: dal 24 al 27 ottobre sarà a Florinas, Cagliari, Macomer e Olbia con una nuova avventura dell’Alligatore, “Blues per cuori fuorilegge e vecchie puttane” (Edizioni E/O, 224 pagine, 16 euro). Marco Buratti detto l’Alligatore e i suoi soci Max la Memoria e Beniamino Rossini sono caduti in una trappola ordita dal nemico più pericoloso con cui abbiano dovuto misurarsi: Giorgio Pellegrini. Pellegrini, in fuga dalla Legge e dalle pallottole di Beniamino Rossini, non intende vivere da latitante per il resto della vita e decide di diventare un infiltrato per conto della polizia. Qualcosa va storto e una squadra di killer spietati arriva dall’estero per assassinare sua moglie e la sua amante. L’indagine parallela per identificare i responsabili viene affidata all’Alligatore e ai suoi soci. Loro non vorrebbero avere nulla a che fare con la vicenda ma vengono ricattati dalla dottoressa Angela Marino, alto funzionario del ministero dell’Interno. La missione affidata a Pellegrini ufficialmente non esiste e non sono previsti testimoni. I nostri scoprono ben presto che il loro destino è comunque segnato. Anche se riusciranno nell’impresa rischieranno di essere tolti di mezzo da una falsa accusa che potrebbe mandarli in carcere per molti anni. Buratti, Max e Beniamino reagiscono. Giocano questa partita senza regole per cercare di sopravvivere. L’Alligatore ha un motivo in più per non soccombere: in un hotel ha conosciuto una donna. Una “vecchia puttana” quarantenne di nome Edith. Tra i due è stato amorea prima vista.

In questa intervista alla “Nuova”, Carlotto anticipa i temi del libro.

L’investigatore senza licenza Marco Buratti e i suoi soci Beniamino Rossini e Max La Memoria sono coinvolti, loro malgrado, in un’operazione internazionale anticrimine, condotta dalla Polizia con metodi al limite del legale. Come nasce l’idea?

«Dal fatto che ormai nel nostro paese capita spesso e volentieri che funzionari delle forze dell’ordine finiscano sotto processo per gestioni disinvolte di certe operazioni. La criminalità è sempre più potente, organizzata e mafiosa, e quindi a volte è indispensabile uscire dalle regole per cercare di arginare il fenomeno. Però bisognerebbe stare molto attenti a non calpestare le vite di innocenti o di persone che contano poco all’interno della storia».

La dottoressa Angela Marino, responsabile delle indagini, invece non si fa tanti scrupoli.

«Lei crede profondamente in quello che fa: il suo obiettivo è sconfiggere il crimine, però si “confonde” e anziché pensare di essere un servitore dello Stato, pensa di essere lo Stato. Questo le crea un bel po’ di problemi. Senza contare il fatto che si illude di gestire, come infiltrato, un criminale del rango di Giorgio Pellegrini, già conosciuto dai lettori».

Il libro alterna il punto di vista di Pellegrini a quello di Buratti. Non c’è il rischio, con questa struttura narrativa, che il male diventi troppo affascinante?

«Quando si hanno due personaggi così forti, vale sicuramente la pena raccontare la storia da due punti di vista completamente diversi. Per quanto riguarda Pellegrini, tante lettrici sono follemente innamorate di lui fin dal libro “Arrivederci, amore ciao”. Capita con i personaggi complicati, che hanno il fascino del male. Però, in genere, è una cosa che non oltrepassa i confini dei libri».

Qualche volta sì. Come mai anche nel nuovo romanzo le donne sono quasi sempre plagiate, o criminali, o prostitute da salvare, e mai forti e indipendenti?

«Quando ho voluto parlare di donne forti e coraggiose, ho scritto “Le irregolari”, la storia delle Nonne di Plaza de Mayo. Però se devo scrivere di donne nel mondo della criminalità non posso far finta che non siano perdenti. Le uniche volte in cui vincono è quando riproducono modelli maschili, come Paz Anaya Vega, la capo dei narcotrafficanti».

Paz introduce il tema delle identità fittizie: quanto sono importanti per la criminalità?

«La questione dell’identità, per una criminalità sempre più globalizzata, è diventata fondamentale. Così come il ruolo degli hacker russi, in grado di entrare in qualunque banca dati. L’identità è uno dei grandi nodi, perché da un lato è sempre più difficile nascondersi, e dall’altro, invece, è fondamentale crearsi delle coperture che permettano di muoversi agevolmente».

L’unico spazio in cui è ancora possibile mostrarsi come si è, è quello dei sentimenti. Infatti, fin dalle prime pagine, Buratti e soci hanno una gran voglia di innamorarsi.

«Hanno voglia di vivere bene, di abbandonare le brutte storie in cui sono costretti a vivere. Stanno cercando un’altra qualità di vita. Io credo, e anche i miei personaggi lo dicono chiaro, che avere delle nicchie affettive nelle nostre esistenze sia fondamentale. Quella dei sentimenti è una questione senza età, che va coltivata, rivendicata, come uno dei grandi elementi della nostra vita».

Di solito, le storie d’amore dell’Alligatore non vanno a buon fine. Questa volta, però, tra lui e l’ex prostituta Edith c’è un finale aperto. Ci sarà un seguito nel prossimo libro?

«Chissà, può darsi. Vediamo cosa succede tra di loro a Cagliari, dove si conclude questa storia».

Il libro si chiude con la playlist delle cantanti blues preferite dell’Alligatore. Non ha mai pensato di allegare un cd a una delle avventure di Buratti, come aveva fatto nel 2008 per “Cristiani di Allah”?

«Sì, stiamo raccogliendo brani legati alla serie dell’Alligatore. Non so ancora che confezione avrà il progetto, forse un audiolibro. Di sicuro ci saranno anche brani originali di Maurizio Camardi e Francesco Garolfi, che compaiono tra i personaggi di “Blues per cuori fuorilegge e vecchie puttane”.



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