La Nuova Sardegna

Quando la terapia rischia di peggiorare la nostra salute

di Pier David Malloni
Quando la terapia rischia di peggiorare la nostra salute

L’Università del Maryland evidenzia le dieci pratiche più dannose

14 ottobre 2017
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C’è la prescrizione troppo disinvolta di antibiotici, che oltre a essere dannosa per i pazienti rappresenta uno spreco enorme di risorse economiche. Ma c’è anche la Tac usata indiscriminatamente, e persino gli interventi di rimozione dei tumori alla prostata. A mettere in fila le dieci pratiche più inappropriate negli ospedali, che talvolta sono soltanto fonte di danni economici e in altri casi aumentano i rischi per il paziente, è stata l’università del Maryland, in uno studio pubblicato dalla rivista Jama Internal Medicine, che mette l’accento su un problema che secondo alcune ricerche può riguardare addirittura un quarto delle procedure.

I ricercatori hanno analizzato oltre 2.200 articoli pubblicati nel 2016 relativi a procedure utilizzate inappropriatamente, identificando i dieci ritenuti più importanti per il potenziale impatto sulla pratica clinica. A finire nella classifica sono stati l’ecocardiografia transesofagea, una tecnica diagnostica complessa che può essere sostituita da test più semplici; l'angiografia polmonare Tac, sempre più usata nei pronto soccorso ma che ha alternative meno rischiose; la tomografia computerizzata usata su pazienti con sintomi polmonari lievi, che li espone a radiazioni inutili senza aggiungere benefici al paziente. Addirittura, sottolinea lo studio, fino al 2 per cento di tutti i tumori diagnosticati negli Usa potrebbe derivare da questo tipo di radiazioni; l’ecografia della carotide, che nel 90 per cento dei casi è usata inappropriatamente; il trattamento aggressivo del cancro alla prostata, per cui sarebbe meglio un approccio più cautelativo che non cambia la mortalità ma diminuisce gli effetti collaterali; l’ossigeno dato a pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva ma con deficit moderato, che uno studio ha dimostrato non dare nessun beneficio; gli interventi sulle rotture del menisco nei casi di osteoartrite, a cui andrebbe preferito un approccio basato sulla riabilitazione; il supporto nutrizionale ai pazienti gravi, che non cambia l’esito della malattia; l’uso indiscriminato di antibiotici; l’uso di tecniche di imaging sul cuore, triplicate negli ultimi anni anche per i pazienti a basso rischio.

«Troppo spesso – dice Daniel Morgan dell'università del Maryland, l'autore principale – i medici non valutano le ultime evidenze scientifiche. Speriamo che questo studio sensibilizzi sui trattamenti sovrautilizzati». Secondo una serie di articoli sul tema pubblicati dalla rivista Lancet, ad esempio, addirittura un quarto delle procedure mediche utilizzate comunemente è inefficace o comunque superfluo. Anche secondo un recente rapporto Ocse una percentuale considerevole della spesa sanitaria, che può arrivare a un quinto, è inappropriata, e potrebbe essere “liberata” a favore di procedure più utili.



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