La Nuova Sardegna

La forza della parola poetica per superare tutti i confini

di Grazia Brundu

Un muro costruito interamente con bottiglie di plastica che contengono versi L’installazione a Sassari in piazza Castello per iniziativa di “Ottobre in poesia”

15 ottobre 2017
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SASSARI. Avete presente i messaggi in bottiglia affidati alle onde? Roba superata, da poeti individualisti e disimpegnati. A Sassari le bottiglie, rigorosamente in plastica riciclabile, servono per costruire muri che invece di separare uniscono. L’idea è venuta agli organizzatori di “Ottobre in poesia”, che hanno deciso di costruirne uno per inaugurare l’undicesima edizione del festival. La parete ecologica ha ottenuto il via libera dell’assessorato all’Ambiente cittadino e sorgerà giovedì prossimo, nella parte bassa di piazza Castello, vicino ai resti del barbacane, dove rimarrà per due settimane. Lungo 18 metri e alto 2,5, il muro trasparente, su disegno di Marco Ceraglia e Stefano Campus, sarà costruito da una squadra di artisti e studenti con mille bottiglie di plastica da un litro e mezzo, ciascuna delle quali avrà all’interno una poesia arrivata da un posto del mondo vicino o lontano da qui.

Il progetto si intitola “1000NoW”, ed è un modo per dire «No, adesso, a tutti i muri che i governi erigono per impedire alle persone di spostarsi liberamente», spiega Leonardo Onida, direttore artistico del festival e dell’associazione “Ottobre in Poesia”. E racconta come nei mesi scorsi sia partito «un tam tam mediatico per coinvolgere poeti di tutte le nazionalità, anche con l’aiuto del World Poetry Movement», che riunisce associazioni organizzatrici di festival in tutti i continenti, dall’Africa all’Oceania. La risposta è stata calorosa: 1020 poesie (una anche del regista Roman Polanski) arrivate da tutto il mondo. Anche da paesi che con muri e confini difficili da valicare fanno i conti tutti i giorni, come Israele, la Palestina e il Messico. E poi l’Afghanistan, l’Iraq, il Perù, l’Australia, il Brasile e molte altre nazioni. Comprese, naturalmente, quelle europee. Adesso queste rime e versi sciolti, tutti in lingua originale, riempiranno le bottiglie.

E il muro diventerà interattivo. Infatti, dice Onida, «chiunque ci passi davanti è invitato a tirare fuori le poesie e leggerle. Può anche decidere di portarsi via una bottiglia, oppure partecipare all’installazione con uno scambio: prende una poesia e ne lascia un’altra scritta da lui». L’importante è coinvolgere il maggior numero di persone. E dire ai politici che gli unici muri graditi sono quelli dove appendere quadri, poesie e proiettare film. «Abbiamo informato del nostro progetto tutte le ambasciate italiane nel mondo e chiesto loro di pendere posizione – svela Onida – Le risposte sono state varie: quelle di Polonia, Ungheria e dei paesi vicini, assenti o molto caute, perché lì esiste già un muro di filo spinato anti-migranti. Un ottimo riscontro lo abbiamo avuto, invece, dal Sud America e dall’ambasciata italiana in Irlanda, che ci ha augurato grande visibilità mediatica».

Una lettera è arrivata anche alla segreteria del Presidente americano Donald Trump, «ma finora – ammette Onida – non abbiamo avuto risposta». “1000NoW” sta comunque suscitando curiosità. «Siamo stati contatti da due gruppi di artisti che collaborano con la biennale di Venezia – racconta ancora Leonardo Onida – Non solo hanno deciso di mandarci 150 poesie di poeti amici, ma il 19 e 20 ottobre realizzeranno anche loro un muro di poesie in una struttura dell’Università Ca’ Foscari. Poi, a dicembre, noi di “Ottobre in poesia”, porteremo lì la nostra parete di bottiglie».

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