La Nuova Sardegna

Itaca di Sardegna Giulio Angioni e la sua Guasila

di Giacomo Mameli
Itaca di Sardegna Giulio Angioni e la sua Guasila

Un concorso letterario per ricordare lo scrittore La sindaca Paola Casula punta sulla cultura

24 ottobre 2017
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GUASILA. L’Altrove era Macondo per Gabriel Garcia Marquez, Bandusia per Orazio, Arasolè per Francesco Masala. Per Giulio Angioni, l’antropologo-scrittore di Guasila morto lo scorso gennaio a Settimo San Pietro, è Fraus, mito come l’Itaca di Ulisse. In questo fine settimana rivive nel suo paese che, con un tempismo insolito in Sardegna nel valorizzare i “profeti”, gli dedica un festival letterario proprio in occasione del compleanno (era nato il 28 ottobre 1939). E nelle campagne della Trexenta, verso Serrenti, in un tratturo bianco tra colline e pianori, a cinque chilometri dalla casa dove Angioni era nato (rione Funtana Idda fra muri fatti di marna e mattoni fango-paglia) è stata sistemata una pietra-scultura di calcare biancastro, quasi un trapezio a punta, tutta irregolare, rimasta come natura ha creato. Ha la firma di Cherubino Mungianu che, con mazzuola e scalpello, l’ha personalizzata con una scritta in vernice nera e una targa in ceramica dedicata “A Giulio Angioni, cantore di Fraus”, c’è lo stemma del Comune e la data di posa, “24 ottobre 2017”.

Spiega la sindaca Paola Casula: «La pietra usata è del Miocene, antica di quindici milioni di anni. Così in questa pietra-oggi monumento leggiamo la preistoria e la storia della Sardegna che tanto interessava al nostro Giulio». Parlando ieri del primo festival alla Feltrinelli di via Paoli a Cagliari, Casula ha detto che «Guasila vuol rispondere alla crisi economica, allo spopolamento dei piccoli paesi proprio puntando sulla cultura anche perché questa sarebbe stata la ricetta del nostro illustre concittadino».

Ed ecco il festival che parte venerdì 27 e si chiude domenica 29 ottobre con dibattiti, spettacoli teatrali, presentazioni di libri e soprattutto “con il coinvolgimento dei giovani, degli studenti di Guasila e del Tecnico di Senorbì e con la partecipazione dei residenti nei nove rioni del paese”. C’è stato del metodo nell’organizzare l’evento. Una giuria popolare sceglierà e decreterà i vincitori di un concorso letterario, sono stati presentati 68 racconti brevi, gli studenti (coordinati dalla professoressa Simona Demontis) hanno letto 116 libri, annuncia l’assessore alla Cultura Ignazio Marras. Fra gli organizzatori c’è l’attore-regista Gianluca Medas: «Nelle tre giornate puntiamo a far rivivere Giulio Angioni nella sua duplice veste di scienziato e di scrittore, sarà ricordato a tutto tondo, a 360 gradi, con la sua statura antropologica e narrativa, con la proposizione della versione inedita di Anninora, con la lettura di brani dai suoi testi». La cultura in primo piano. La sindaca: «Puntiamo soprattutto a diffondere l’importanza e la bellezza della lettura, di tanti, di tutti gli scrittori del mondo per dare il senso universale della letteratura». E ancora: «Ci interessa che la nostra cultura contadina – che fermenta tutte le opere di Angioni – venga valorizzata ed esaltata. La terra può, deve anche segnare una svolta economica. Ma vogliamo questa rivoluzione promuovendo il turismo culturale che mira alla circolazione delle idee e alla condivisione di valori positivi quali la passione per i romanzi, la poesia, il teatro, il cinema, creando i percorsi del luoghi angioiani, passeggiando fino a Fraus o a Santa Igia raccontata nelle pagine di Sulla faccia della terra. Vogliamo esaltare la cultura georgica e bucolica camminando, con i turisti, con i giovamni, tra orti e campi di grano, fra palme e distese di asfodeli».

Il festival dell’Altrove è stato preceduto da altre iniziative. Angioni era stato già ricordato con le tappe “A scurigradoxiu in bixinau”. Era stato bello vedere, all’imbrunire, gli abitanti di Guasila, per nove sere consecutive, rione per rione, riunirsi per ascoltare letture da opere dello scrittore vicino di casa. Anche poesie, nel bel sardo campidanese della Trexenta che Angioni parlava benissimo e che non voleva contamirare con gli algoritmi della limba sarda comuna. Paola Casula: «Il paese ha manifestato attenzione, curiosità e partecipazione dimostrando che non occorre essere necessariamente lettori forti per assistere a questo genere di eventi, ma semplicemente amare storie, narrazioni. E in ogni piazza si è ricreato il senso di comunità che purtroppo rischia di sparire dai nostri centri, grandi o piccoli poco importa. Crediamo che la cultura, la lettura e – lo ripeto – il teatro e il cinema possano cementare rapporti fecondi. In collaborazione con le scuole puntiamo a diffondere il concetto della necessità di potenziare in ogni modo le iniziative culturali».

Dimensione locale ma non solo. «Abbiamo necessità di far capire quanta cultura c’è nei nostri territori. Ma – aggiunge la sindaca – miriamo ad attivare processi significativi di scambio e di dialogo con altre realtà, coinvolgendo scuole, enti, associazioni». L’assessore Marras: «Il target di riferimeto sono i ragazzi. Vogliamo integrare i percorsi formativi con attività esterne per sviluppare lo spirito critico, la creatività, l’interesse verso il sapere e il mondo universitario dove Angioni ha passato la vita. Giulio ha collegato Fraus-Guasila al mondo, alla sua Europa tedesca, alla sua Torino». Casula: «Premieremo i giovani più studiosi, è la cultura che può cambiare verso all’economia dell’isola». Giulio Angioni non sapeva distaccarsi dal paese natale che lo ricorda con la pietra Fraus che vuol dire Guasila e vuol dire mondo. Aveva scritto: «Io qui spero solltanto un’altra primavera, davanti a un grande campo bianco di asfodeli, qui, dove scorgo più alto dei tetti il ciuffo verde della palma del cortile».

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