La Nuova Sardegna

Il percorso dell’Accademia di Sassari

Il percorso dell’Accademia di Sassari

Da centro di conservazione a luogo di ricerca sui nuovi linguaggi avanzati

28 ottobre 2017
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SASSARI. Da ormai qualche tempo, e con maggiore insistenza proprio da quest’anno, l’Accademia di Belle Arti di Sassari ha iniziato un percorso che dedica grande attenzione al rapporto tra il cinema e le altre arti. «Le Accademie sono spesso luoghi di conservazione, la nostra invece opta per la ricerca e per la densità di uno sguardo rivolto verso le innovazioni linguistiche più avanzate» sottolinea Antonio Bisaccia. In questo discorso si inserisce anche l'investimento sul corso di cinematografia documentaria.

«Riteniamo che qui in Sardegna c’è tanto da fare da un punto di vista etno-antropologico – spiega ancora Bisaccia – La memoria è una parola piena di fascino e, appunto per questo, va conservata, curata, interpretata, sviluppata. Noi stiamo tentando di intraprendere quella strada che sia in grado di coniugare le necessità fenomenologiche del cinema con la caratura storica che ogni gesto umano è in grado di (ri)produrre. Questa è la via etica della sperimentazione cinematografica che stiamo promuovendo: nei differenti approcci linguistici. A partire dalla sperimentazione pura, come è successo ad esempio con il convegno sul “Cinema del limite” che ha visto studiosi e cineasti di diverse nazioni a confronto, per finire con tutti gli appuntamenti con i più grandi documentaristi che sono passati da noi per un workshop, da D’Anolfi a Loznitsa. Prossimamente arriveranno l’americano Frederick Wiseman e il cinese Wang Bing: due mostri sacri». (f.c.)

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