La Nuova Sardegna

Usanze antiche che coinvolgono bambini e adulti

Usanze antiche che coinvolgono bambini e adulti

NUORO. A Nuoro iniziano a uscire dalla mattina del primo novembre e continuano anche il 2, in piccole comitive quasi volessero farsi coraggio o semplicemente competere su chi ha racimolato il...

28 ottobre 2017
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NUORO. A Nuoro iniziano a uscire dalla mattina del primo novembre e continuano anche il 2, in piccole comitive quasi volessero farsi coraggio o semplicemente competere su chi ha racimolato il “bottino” più generoso della questua. Nei vicoli di Santu Predu, come nelle anonime periferie, sono preceduti dal loro allegro vociare lontano: “Su mortu mortu”! Per tanti nuoresi è un appuntamento irrinunciabile, che sembra scandire ritmi ancestrali e rinfocolare un'identità comune. Si fa la scorta di caramelle, dolci e frutta secca da giorni prima, proprio in attesa del loro atteso passaggio. Non a caso anche l'Istituto Superiore Regionale Etnografico fino ad alcuni anni fa, aveva proposto “Su mortu mortu a Casa di Grazia Deledda”.

Quella di “Su mortu mortu” a Nuoro, come in altri centri del Nuorese, della Barbagia, del Goceano e del Marghine, è una tradizione “spontanea”, sopravvissuta fino ai giorni nostri. Un fatto ancor più sorprendente se si pensa alla complessa realtà del capoluogo barbaricino, che – nella sua “vocazione” urbana, specialmente negli anni del secondo dopoguerra – è riuscita a preservare quest'usanza antichissima. Particolarmente suggestiva è la festività dei defunti a Gadoni, che si identifica sopratutto con il rito detto “Is Fraccheras” (le fiaccole, dal latino Fracca o Flacula), che si svolge la sera del 2 novembre, anche se la ritualità comincia già dal giorno precedente, con una lunghissima sequenza di campane a morto (l’agonia). Il momento centrale del rito consiste nel dar fuoco a lunghe fascine di asfodelo che gli uomini più energici portano a spalla correndo per le vie del paese, spargendone le ceneri (chiaramente di buon auspicio) ed evitando che le fascine si spengano. L’abilità consiste nel riuscire a rientrare con la fascina consumata quasi del tutto.

A Seui, per “Su Prugadoriu”, organizzano una vera e propria rassegna: da lunedì 30 ottobre a mercoledì 1° novembre 2017 si può assistere alla riproposizione degli antichi riti dedicati alla cura delle anime dei defunti, come i bambini che passano di casa in casa per chiedere del cibo per le anime del purgatorio; o come gli antichi canti dei morti – “sos attitidos” – che saranno riproposti in “sa ’omu de sa maja”, o veder sfilare la maschera tipica di Seui, recentemente recuperata: “sa Mammulada“ tra degustazioni, prodotti artigianali esposti negli antichi mangasinus, e spettacoli itineranti.(g.c.)

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