La Nuova Sardegna

Il figlio di Dreyfuss denuncia «Spacey mi ha molestato»

Il protagonista di “House of cards” ancora tacciato di molestie sessuali Stavolta la vittima sarebbe Harry, il primogenito di un suo celebre collega

06 novembre 2017
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NEW YORK. Il figlio di Richard Dreyfuss accusa Kevin Spacey: «Mi ha molestato alla presenza di mio padre». L’episodio risalirebbe al 2008. Harry Dreyfuss, che all’epoca aveva 18 anni, ha raccontato su Buzzfeed che l’attore aveva invitato lui e il padre nel suo appartamento di Londra a leggere un copione. I tre leggevano il testo quando Harry ha sentito la mano di Spacey che si faceva strada lungo i suoi pantaloni. «Mi sono detto, non si azzarderà a farlo in presenza di papà», ha raccontato Harry: «Ma la sua mano è rimasta lì, e ogni volta che cercavo di spostarmi, tornava alla carica fino a quando non è arrivata all'inguine». Richard Dreyfuss, ha detto suo figlio, era così preso dalla lettura che non si è accorto di nulla. Ci sono voluti anni prima che il figlio si sentisse di raccontare dell'abuso al padre. «Kevin Spacey è un predatore sessuale», ha scritto Harry su Buzzfeed: «Ma non avevo mai pensato che parlarne sarebbe stato un’opzione». Quanto a Richard, ieri su Twitter ha elogiato il coraggio del figlio per aver raccontato la sua storia: «Amo mio figlio oltre ogni parola e oggi sono così orgoglioso di lui». Harry Dreyfuss è uno degli oltre dieci uomini che fino a oggi hanno accusato Spacey di molestie sessuali.

Intanto da Londra interviene Julia Roberts: «Molestie? Perché chiedete a me? Perché non a lui?», reagisce l’attrice infastidita, al fianco di Owen Wilson, alla domanda di un giornalista sulle molestie sessuali a Hollywood alla luce del caso Weinstein, a margine della presentazione a Londra di “Wonder”, di Stephen Chbosky, film in uscita negli Usa a fine novembre e in Italia il 28 dicembre. Una presentazione all’insegna del sorriso e a tratti delle risate, per i due protagonisti adulti della storia, salvo questo momento d’apparente irritazione. La Roberts non aggiunge altro e Wilson, facendosi serio, raccoglie il testimone con poche parole. «La speranza – mormora, accennando in sostanza alla vicenda come a una malattia di Hollywood – è che si possano rimarginare le ferite».

Sempre da Londra continua a infuriare la bufera dello scandalo molestie nella politica britannica e in particolare fra i Tories. Nuove accuse sono emerse sul vice (de facto) della premier Theresa May, il segretario di Stato Damian Green, dopo che il Sunday Times ha rivelato che nel 2008 è stato trovato materiale pornografico «estremo» sul suo computer negli uffici del Parlamento di Westminster. A dirlo ieri è stato l’ex vice comandante della Metropolitan Police, Bob Quick, che aveva visto i file a luci rosse nel corso di una indagine riguardante alcuni “leaks” (fughe di informazioni) governativi nei quali Green era stato coinvolto. Lui nega.

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