La Nuova Sardegna

Cipolla rossa di Banari, una delizia da dipingere

Cipolla rossa di Banari, una delizia da dipingere

Molti sono i tentativi di imitazione, Ma così grandi, dorate, profumate sono solo le cipolle di Banari. Dipinte in mille quadri dal pittore Giuseppe Carta, da tempo le ha scoperte anche la...

11 novembre 2017
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Molti sono i tentativi di imitazione, Ma così grandi, dorate, profumate sono solo le cipolle di Banari. Dipinte in mille quadri dal pittore Giuseppe Carta, da tempo le ha scoperte anche la ristorazione di qualità. Tanti i modi per prepararle: cipollate (magari da fare con le uova), al forno, o sotto forma di torte, o semplicemente in insalata anche con fette di arancia e qualche gheriglio di noce.

Nel paesino del Mejlogu le coltivano da sempre e in passato hanno costituito un alimento prezioso per contrastare i borbottii dello stomaco orfano di proteine e carboidrati. Qualcuno sostiene che, un tempo, perfino le teste dei banare si fossero a forma di cipolloni locali. Il segreto di tanta bontà? Sicuramente la varietà, ma anche i terreni argillosi e ricchi di trachite rosa, scelti per coltivarle. Chissà? Di fatto, anche se altri paesi ritengono di coltivare cipolle deliziose (da Bonnanaro a Perfugas) quelle di Banari hanno una marcia in più. Provare per credere, anche aggiungendole crude e a rondelle in una insalata di pomodori o lessate con fagiolini verdi e patate, prima di condire il tutto con un pizzico di sale, olio extravergine di oliva e qualche goccia di aceto buono di Vernaccia. Spesso si metteva nel forno ancora caldo del pane appena fatto, cipolle, un po' di sale e un goccio d'olio. Oppure con le patate. Che profumi: bastava aprire in due una focaccia e imbottirla con le cipolle (eventualmente con patate) appena sfornate: una delizia.

Pasquale Porcu

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