La Nuova Sardegna

In un film la Faradda così come la vivono sulla strada i gremianti

di Marco Vitali
In un film la Faradda così come la vivono sulla strada i gremianti

Un progetto realizzato dagli studenti dell’Università. Il regista Simone Cicalò: «Non ci sono solo urla e applausi»

11 novembre 2017
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Tutti i sassaresi, almeno una volta nella vita, hanno assistito alla Faradda. E migliaia di turisti, ogni anno sempre più numerosi, hanno assistito allo spettacolo della folla che applaude (o fischia all’indirizzo degli amministratori della città), dei candelieri che avanzano danzando, lentamente fino alla conclusione nella chiesa di Santa Maria. Non molti, però, sono quelli che hanno visto e saputo cogliere l’altra faccia dei candelieri, quella che si vede dalla parte dei gremi e dei gremianti, la fatica che vi è sotto e attorno a quei ceri danzanti, il forte attaccamento alla tradizione, la fede e la devozione che vi è nella “discesa”. Un cortometraggio, realizzato da tre giovani studenti sassaresi ha cercato di raccontare questo aspetto, lasciando sullo sfondo lo spettacolo. E in larga parte vi è riuscito.

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Simone Cicalò, Giuseppe Carta ed Edoardo Pinna provenivano da percorsi di studio diversi (Scienze della comunicazione il primo, Accademia gli altri due, rispettivamente di 24, 26 e 23 anni), si sono incontrati al corso di Cinematografia e Fotografia documentaria e hanno costituito un gruppo, “Three of a kind”. Hanno deciso di mettere in pratica ciò che hanno imparato riprendendo, il 14 agosto scorso, i candelieri «come non erano stati mai visti», se non da pochi. Il video che hanno realizzato ha una durata di 12 minuti e si intitola “Il viaggio”. Perché questo titolo? Lo spiega Simone, ideatore e regista del video. «Perché la faradda non è fatta solo di folla, di urla e di applalusi, ma qualcosa di più profondo: è un cammino, una sorta di pellegrinaggio verso la chiesa di Santa Maria, un viaggio per arrivare e pregare la Madonna, la Vergine Assunta. È questo sentimento che noi abbiamo cercato di rappresentare».

Tutti e tre, Simone, Giuseppe e Edoardo, hanno realizzato le riprese e curato il montaggio. Le riprese sono state difficili e hanno richiesto un accurato studio preparatorio. Non è facile realizzare un’immagine che scavi nei significati di un evento, operando in mezzo alla processione e alla folla dei candelieri. Ciascuno dei tre ha curato un aspetto tecnico: Giuseppe Carta le inquadrature, Edoardo Pinna i dettagli e Simone Cicalò i ralenti. «Io ho realizzato le inquadrature fisse – dice Giuseppe – usando il cavalletto, cosa non facile nella folla. Ero però obbligato: prediligo le immagini simmetriche, l’inserimento del soggetto in uno spazio bene determinato. Credo di esserci riuscito». Edoardo è intervenuto, in modo particolare, nella fase del montaggio. «È ovviamente la fase più delicata – dice –, perché devi riuscire a raccontare ciò che hai pensato mentre giravi. La fatica maggiore è stata nei ralenti, trovare il momento giusto per inserirli. I ralenti per noi erano importantissimi, per enfatizzare l’aspetto più intimo dei candelieri».

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È proprio con i ralenti e i dettagli che “Il Viaggio” scopre l’aspetto meno visibile dei candelieri. Sono i volti dei gremianti a raccontare i momenti salienti della discesa, gli sforzi, le fatiche, l’impegno; sono i loro volti, i visi che esprimono devozione e commozione, a descrivere la solennità del momento i cui i candelieri si inchinano e varcano il portone di Santa Maria in Betlem. Non è la fine di una fatica, ma il raggiungimento di un traguardo per il quale ci si è preparati per tutto l’anno. La conclusione del viaggio, appunto. «Abbiamo scelto di raccontare i candelieri noi con le immagini e di affidare le parole ai gremi – dice Simone – perché l’anima la scopri facendo raccontare i candelieri da chi li vive». Il video è accompagnato da una musica suggestiva ed efficace, e sono le parole dei gremianti a commentare le fasi salienti del Viaggio. «La stanchezza finisce – dicono – e l’orgoglio e la pelle d’oca iniziano quando il candeliere, il tuo candeliere, attraversa il portale di Santa Maria. Ti accorgi che sei un uomo piccolo difronte all’universo e poi, quando lo vedi ballare davanti alla Madonna e t’inchini a baciare i piedi a Nostra Signora, dici: “Dai, va bene, ne facciamo altri mille”». Il video è attualmente visionabile su YouTube.

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