La Nuova Sardegna

#MeToo, a Hollywood una marcia contro le molestie sessuali

#MeToo, a Hollywood una marcia contro le molestie sessuali

Uomini e donne in piazza davanti al Dolby Theater E l’attrice Gal Gadot vuole boicottare “Wonder Woman”

14 novembre 2017
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LOS ANGELES. Al grido di “me too”, l'hashtag sul social network Twitter con cui le donne di tutto il mondo hanno denunciato la vastità del fenomeno delle molestie sessuali sul lavoro, a Hollywood, nel pomeriggio di domenica donne - e uomini - hanno marciato nella zona del Dolby Theater, lo stesso che a inizio anno ospita la cerimonia degli Oscar.

Due differenti marce, Take Back the Workplace March e a seguire la #MeToo Survivors March sono state organizzate in seguito allo scandalo che ha coinvolto prima il produttore Harvey Weinstein e poi un grande numero di celebrità e uomini potenti, a Hollywood ma non solo. «Harvey Weinstein is a joke - women workers just got woke!», cantavano le donne in marcia, Harvey Weinstein è uno scherzo - le donne lavoratrici si sono svegliate, e poi: «Your junk is not my job!», i tuoi genitali non sono il mio lavoro. Con questi slogan la marcia si è snodata per le strade del cuore di Hollywood, dove il cinema è nato e dove il fenomeno delle molestie sessuali sul luogo di lavoro è reso ancora più sordido dall'enorme potere che un produttore può avere nelle sorti della carriera di una lavoratrice dello spettacolo.A organizzare la marcia è stata Tarana Burke, la donna che ha creato il “Me too movement”, diventato famoso dopo che Alyssa Milano l'ha rilanciato con un suo intervento su Twitter. «Non voglio passare un attimo della mia vita a insultare persone che non meritano neppure di respirare la stessa mia aria - ha detto la donna ad un picchetto di 200 persone davanti al Teatro Cinese di Hollywood - Questa giornata non è per loro, è per noi. Ogni volta che vedete il simbolo #MeToo, questo rappresenta una storia nata in una tragedia ma che ha trovato la sua strada verso il trionfo».

Nel frattempo scende in campo anche Wonder Woman. Secondo Yediot Ahronot la attrice israeliana Gal Gadot, che la interpreta, minaccia ora di non partecipare al secondo film della serie se nel suo finanziamento sarà coinvolto il produttore Brett Ratner che di recente è stato accusato di molestie sessuali da parte di alcune donne. Ratner, precisa il giornale, ha replicato che si tratta di accuse infondate. Adesso, secondo informazioni del New York Post riprese dalla stampa israeliana, la parola spetta alla Warner Brothers che dovrà decidere se rispettare gli accordi con Ratner o rischiare di dover rinunciare a Gadot per il nuovo episodio di “Wonder Woman”.

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