La Nuova Sardegna

IL CASO 

La “retrocessione” del grande chef Cracco

PARMA. Una stella che sorge, quella dell'altoatesino Norbert Niederkofler e del suo St.Hubertus di San Cassiano (Bolzano) che entra nel gotha della cucina italiana con tre stelle, il riconoscimento...

17 novembre 2017
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PARMA. Una stella che sorge, quella dell'altoatesino Norbert Niederkofler e del suo St.Hubertus di San Cassiano (Bolzano) che entra nel gotha della cucina italiana con tre stelle, il riconoscimento massimo. E una che, se non tramonta, si offusca un po’: Carlo Cracco, il più famoso fra gli chef-star italiani, che passa da due stelle a una, così come Claudio Sadler. Sono questi gli attesi e temutissimi verdetti della guida Michelin, presentata a Parma, città creativa della gastronomia per l'Unesco.

Sono 356, in tutto, i locali che conquistano almeno una stella, 26 le novità di cui tre nuove due stelle e, appunto, l'exploit del ristorante St. Hubertus. Ma i numeri della storica bibbia del mangiar bene conta 5.302 segnalazioni fra alberghi e ristoranti con 300 novità e con 2086 tipi diversi di piatti. Da quest'anno attenzione anche ai vini con 730 'cartè segnalate in altrettanti ristoranti. Carlo Cracco e i suoi collaboratori si dicono «dispiaciuti» per aver perso una stella Michelin per il loro ristorante di Milano, ma nello stesso tempo sono «motivatissimi» in vista dell'apertura del loro nuovo ristorante, in Galleria. «Il nostro ristorante storico chiuderà e il nuovo non si sa ancora quando aprirà. La decisione della Guida Michelin probabilmente dipende da questo».

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