Il raccolto è buono? Per saperlo chiamo il laboratorio mobile
di Salvatore Santoni
Start up al servizio dei piccoli produttori con analisi sul campo Il team composto da una sassarese, una ozierese e un cagliaritano
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Visto da fuori sembra un semplice furgone come tanti altri. Ma tra le lamiere cela un cuore tecnologico super attrezzato di strumentazioni. In pratica è un laboratorio gommato che promette di effettuare l’analisi dei campioni dei prodotti agricoli come vino e olio facendo risparmiare tempo e denaro ai contadini. Il progetto si chiama “Fwd diagnostic” ed è l’idea che tre startupper, due sassaresi e un cagliaritano, hanno presentato durante l’ultimo Contamination lab dell’università di Sassari.
A chi è rivolto. “Fwd diagnostic” è un progetto rivolto principalmente alle aziende agricole del settore agri-food del territorio nazionale e internazionale. La prima fase di implementazione interesserà i settori olivicolo e vitivinicolo. Questo perché le aziende agricole vocate a queste produzioni agricole sono spesso a conduzione familiare, e quindi soggette a costi elevati legati sia al dimensionamento aziendale sia a quello gestionale. Costi elevati che precludono alle piccole aziende la possibilità di dotarsi di strumenti propri per poter effettuare le analisi di laboratorio. La start up permetterebbe quindi ai piccoli agricoltori di seguire in tempo reale l’andamento delle colture dalla fase di maturazione all’epoca della raccolta.
Come funziona. Il progetto prevede la raccolta dei campioni del prodotto direttamente in campagna, attraverso l’utilizzo di un semplice furgone refrigerato che però è stato riadattato dagli startupper. Come? Dotandolo di strumenti portatili da laboratorio per effettuare le prime analisi fisco-chimiche necessarie per stabilire la qualità del raccolto. Un connubio tra hardware e software che per il piccolo contadino rappresenta una manna senza però dover sostenere costi eccessivi e, soprattutto, risparmiando anche i tempi di invio dei campioni in laboratorio e quelli di arrivo dei risultati delle analisi.
Consulenza in campo. La fattibilità del progetto include la specificità delle competenze del team che sono di carattere agronomico, tecnico, chimico, microbiologico, economico e marketing. Competenze che potranno essere ulteriormente implementate da un apporto tecnico in campo, che non riguarda solo le analisi chimiche principali dei prodotti uva-vino olive-olio, ma può essere integrata con il controllo e la consulenza in campo per quanto riguarda le fasi fenologiche delle piante, la presenza di patologie che possono influenzare la qualità dei prodotti dai quali dipendono i profitti e gli investimenti aziendali.
Il team. L’idea è nata dall’incontro di tre esperti durante l’ultimo Contamination lab, il concorso per idee innovative lanciato dall’università di Sassari. Nel gruppo di lavoro ci sono Ilaria Murru, di Ozieri, laureata in Economia e Marketing; Cristina Giagheddu, di Sassari, laureata in Enologia e con pregresse esperienze lavorative come ragioniera; Alessandro Perra, di Cagliari, agronomo e laureato in Enologia. «L’azienda che si avvarrà del nostro servizio – spiegano gli startupper – potrà costituire, attraverso la raccolta dei dati direttamente in campo, un database geo-referenziato all’interno del quale si possono inserire tutti i parametri misurati nell’arco delle diverse annate agrarie». Una serie di misurazioni che poi andranno a finire in un database che rappresenterà un futuro supporto decisionale in fase di programmazione degli obiettivi produttivi.
A chi è rivolto. “Fwd diagnostic” è un progetto rivolto principalmente alle aziende agricole del settore agri-food del territorio nazionale e internazionale. La prima fase di implementazione interesserà i settori olivicolo e vitivinicolo. Questo perché le aziende agricole vocate a queste produzioni agricole sono spesso a conduzione familiare, e quindi soggette a costi elevati legati sia al dimensionamento aziendale sia a quello gestionale. Costi elevati che precludono alle piccole aziende la possibilità di dotarsi di strumenti propri per poter effettuare le analisi di laboratorio. La start up permetterebbe quindi ai piccoli agricoltori di seguire in tempo reale l’andamento delle colture dalla fase di maturazione all’epoca della raccolta.
Come funziona. Il progetto prevede la raccolta dei campioni del prodotto direttamente in campagna, attraverso l’utilizzo di un semplice furgone refrigerato che però è stato riadattato dagli startupper. Come? Dotandolo di strumenti portatili da laboratorio per effettuare le prime analisi fisco-chimiche necessarie per stabilire la qualità del raccolto. Un connubio tra hardware e software che per il piccolo contadino rappresenta una manna senza però dover sostenere costi eccessivi e, soprattutto, risparmiando anche i tempi di invio dei campioni in laboratorio e quelli di arrivo dei risultati delle analisi.
Consulenza in campo. La fattibilità del progetto include la specificità delle competenze del team che sono di carattere agronomico, tecnico, chimico, microbiologico, economico e marketing. Competenze che potranno essere ulteriormente implementate da un apporto tecnico in campo, che non riguarda solo le analisi chimiche principali dei prodotti uva-vino olive-olio, ma può essere integrata con il controllo e la consulenza in campo per quanto riguarda le fasi fenologiche delle piante, la presenza di patologie che possono influenzare la qualità dei prodotti dai quali dipendono i profitti e gli investimenti aziendali.
Il team. L’idea è nata dall’incontro di tre esperti durante l’ultimo Contamination lab, il concorso per idee innovative lanciato dall’università di Sassari. Nel gruppo di lavoro ci sono Ilaria Murru, di Ozieri, laureata in Economia e Marketing; Cristina Giagheddu, di Sassari, laureata in Enologia e con pregresse esperienze lavorative come ragioniera; Alessandro Perra, di Cagliari, agronomo e laureato in Enologia. «L’azienda che si avvarrà del nostro servizio – spiegano gli startupper – potrà costituire, attraverso la raccolta dei dati direttamente in campo, un database geo-referenziato all’interno del quale si possono inserire tutti i parametri misurati nell’arco delle diverse annate agrarie». Una serie di misurazioni che poi andranno a finire in un database che rappresenterà un futuro supporto decisionale in fase di programmazione degli obiettivi produttivi.