La Nuova Sardegna

Dalle miniere al cinema Il Sulcis punta sulla cultura

di Sabrina Zedda
Dalle miniere al cinema Il Sulcis punta sulla cultura

Un grande centro dove creare nuove produzioni e fare formazione E con un occhio attento alla conservazione della memoria del territorio

06 dicembre 2017
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CAGLIARI. Un grande centro dove trasmettere alle giovani generazioni i segreti del mondo dell’audiovisivo, ma anche dove creare nuove produzioni, con un occhio attento alla conservazione della memoria, e di quella del territorio in particolare. Carbonia scommette sul futuro, e per tracciare la strada del rilancio economico punta sul Cineporto: la sua sede sarà la grande ex miniera di Serbariu, l’obiettivo dichiarato è diventare un luogo artistico e culturale capace di valorizzare al meglio le possibilità della Fabbrica del cinema, nata nel 2015 negli stessi spazi.

Il sogno diventa realtà grazie a un finanziamento di 280 mila euro inserito dalla Regione nella nuova legge di stabilità. «Abbiamo parlato tante volte della possibilità di valorizzare le bellezze della nostra terra – ha detto durante la presentazione del Cineporto il presidente della Regione, Francesco Pigliaru – In questo senso la cultura è un tassello importante e il cinema è uno degli strumenti in grado di veicolare l'immagine del territorio per pensare a uno sviluppo ricco e sostenibile».

Giusto per cominciare il Cineporto ha già sul tavolo alcuni progetti di prossima realizzazione: un workshop rivolto a giovani filmaker, in partenza a giorni, l’avvio e la progettazione di tre produzioni audiovisive, promosse dalla Fabbrica del cinema, e una rassegna cinematografica itinerante pensata per l’educazione e la formazione del pubblico. “Ottobre1992/Marzo 1993” è il titolo (ancora provvisorio) della produzione dedicata a quel periodo della vita del Sulcis che segnò uno spartiacque della sua storia economica e sindacale. Le marce per lo sviluppo, le testimonianze degli amministratori locali, sino a quelle dei sindacalisti e dei lavoratori saranno al centro di questo lavoro, che sarà presentato in forma di documentario. “Schisorgiu 1937” sarà invece una produzione a metà tra la finzione e il documentario (la presentazione avverrà entro l’ottobre 2018) dedicata alla più grande tragedia per numero di morti dell’intera storia mineraria isolana.

L’altra produzione in cantiere sarà “I volti dell’arte”: un documentario che proporrà interviste agli artisti delle avanguardie sarde dagli anni Sessanta, come Angelo Liberati e Tonino Casula. Partirà già sabato, invece, “L’impegno, il viaggio, il mito”, una serie di incontri e visioni per l’educazione del pubblico, che viaggerà tra Carloforte, Giba e Masainas. Si comincia con “La canzone del mare” di Tom Moore, in programma sabato al cinema Cavallera di Carloforte, “Un paese di Calabria” di Shu Aiello e Catherine Catella, che sarà proposto domenica nel centro di aggregazione sociale di Masainas, e “Capo Croce- Le ragioni dei pastori” di Paolo Carboni e Marco Antonio Pani, in programma giovedì 14 dicembre. Sino al 22 dicembre il fitto cartellone proporrà anche una sezione “Visioni sarde”, che proporrà una selezione di otto cortometraggi sardi. “Filmare e comunicare per promuovere e sviluppare il territorio” è il titolo del workshop: un corso pratico di cinema diviso in quattro moduli, curato dal produttore e organizzatore Alessandro Bonifazi.

Il progetto di Cineporto contempla anche una collaborazione con la Fondazione Sardegna film commission (ad esempio per la proposta ai registi delle location in cui girare) e l’acquisto di attrezzature tecniche, in modo da arricchire le strutture per le fasi di produzione e post-produzione audiovisiva e per la conservazione dei lavori. «La nascita del Cineporto coincide con i 50 anni del Centro per i servizi culturali di Carbonia– ha commentato il direttore della Fabbrica del cinema Paolo Serra –. Oggi rivitalizziamo gli spazi dell’ex miniera di Serbariu grazie alla valorizzazione della filiera audiovisiva». «L’intuizione del territorio e dei consiglieri regionali che hanno sostenuto il Cineporto – commenta l’assessore regionale alla Cultura Giuseppe Dessena – arriva in un momento in cui il cinema ha uno sviluppo notevole in Sardegna: ora stiamo consacrando un nuovo elemento della filiera».

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