La Nuova Sardegna

IL COMMENTO 

Presidente Pigliaru, perché Alghero no?

di Costantino Cossu

Da Carbonia arriva una buona notizia: per riconvertire l’economia di un territorio storicamente segnato da un’attività industriale ormai fuori gioco – le miniere – si punta sulla cultura E lo si fa...

06 dicembre 2017
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Da Carbonia arriva una buona notizia: per riconvertire l’economia di un territorio storicamente segnato da un’attività industriale ormai fuori gioco – le miniere – si punta sulla cultura E lo si fa nel modo corretto. Impiegando cioè risorse non per un ennesimo festival (quelli che ci sono bastano e avanzano) o per specchietti per le allodole (i turisti) come la fiction tv con Morandi a Carloforte (che va bene, ma produce solo “immagine” e poi tutto finisce con l’ultima puntata). A Carbonia i soldi della Regione sono spesi per offrire un supporto tecnico a produzioni cinematografiche in loco e per avviare percorsi di formazione per registi, sceneggiatori, scenografi, tecnici sardi. Finalmente fuori, quindi, dal tunnel senza uscita dell’industria mineraria e della chimica di base.

C’è però un problema, del quale il presidente Francesco Pigliaru non può non tenere conto. Ieri è stato detto che si vuole costruire a Carbonia «un polo produttivo da inserire in un’articolata filiera cinematografica regionale». Bene. Costruiamola allora in maniera equilibrata questa filiera, presidente Pigliaru. In maniera territorialmente equilibrata. Non solo il Sulcis, infatti, e non solo il sud Sardegna hanno necessità di individuare modelli di sviluppo alternativi. Se si parla di attività culturali legate alla storia e al paesaggio di un luogo, almeno quanto il Sulcis possono aspirare al medesimo obiettivo città come Alghero e territori come la Gallura. Industria cinematografica e storia, settima arte e turismo rispettoso della qualità dei luoghi sono binomi da sempre vincenti (non a caso, in Italia, il più importante festival del cinema è nato a Venezia). La Sardegna ne ha tanti di posti giusti. Non creiamo, dunque, cattedrali nel deserto. Puntiamo, invece, a una rete vasta, ricca di nodi, a una vera filiera, che consenta a tutta l’isola di giocare una partita diventata decisiva.

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