La Nuova Sardegna

Diabete, un problema che riguarda tutto l’Occidente

di Grazia Brundu
Diabete, un problema che riguarda tutto l’Occidente

In Sardegna il diabete di tipo 1, chiamato anche “infantile”, si presenta con 700 nuovi casi all’anno: 50 malati ogni 100.000 abitanti, contro i 6 o 7 del resto d’Italia

09 dicembre 2017
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Se la genetica favorisce i sardi per quanto riguarda il numero di centenari presenti sull’isola, non fa lo stesso sul fronte del diabete. La Sardegna detiene infatti un primato di cui farebbe volentieri a meno e insieme alla Finlandia ha il tasso d’incidenza più alto al mondo di diabete mellito di tipo 1; quello chiamato anche “infantile”, perché si manifesta soprattutto durante l’infanzia e l’adolescenza. I dati parlano di 700 nuovi casi ogni anno: 50 malati ogni 100.000 abitanti, contro i 6 o 7 del resto d’Italia.

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Se poi si prende in esame anche il diabete dell’età adulta, allora i sardi colpiti da questa malattia autoimmune, causata dalla deficienza di insulina, dovuta alla distruzione delle cellule Beta del pancreas, superano un totale di 50.000 persone. È un’emergenza sanitaria in continua crescita, imputabile sia a cause genetiche che a fattori ambientali. La “Nuova” ne ha parlato con il professor Francesco Cucca, direttore dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche e docente di Genetica medica all’Università di Sassari.

«Prima di tutto – esordisce Cucca – bisogna chiarire che l’aumento dell’incidenza del diabete di tipo 1 non interessa solo la Sardegna, ma tutto l’Occidente, dove dalla fine degli anni Cinquanta il numero dei malati è cresciuto del 20 per cento. In Europa – prosegue – la percentuale è più alta nei paesi del Nord e minore nella’area mediterranea, con la sola eccezione della Sardegna, che insieme alla Finlandia mostra la più alta incidenza al mondo».

Per quanto riguarda la nostra isola, la genetica gioca un ruolo importante, ma non esclusivo.

È risaputo infatti, ammette il genetista, che «alla base del processo che causa il diabete di tipo 1 esistono fattori genetici predisponenti e fino a oggi sono stati identificati oltre 60 geni correlati con il rischio di sviluppare la malattia. La popolazione sarda, per via delle sue millenarie caratteristiche genetiche, è indubbiamente più predisposta al rischio di contrarre questa forma di diabete che insorge in età infantile.

Però l’aumento del tasso di incidenza degli ultimi settant’anni è dovuto probabilmente anche in Sardegna, come in altri paesi, a una serie di cambiamenti ambientali che hanno influenzato il nostro sistema immunitario e che sono attualmente oggetto di studio, oltre che a fattori dietetici e a un aumento della sedentarietà. Si parla, però, solo di ipotesi da verificare».

Fino ad oggi non esiste una cura per il diabete di tipo 1 e nemmeno un modo per prevenirne l’insorgenza. Però «non è detto che non ci sarà in futuro – dice il professor Cucca – La ricerca sta iniziando a capire i meccanismi iniziali della malattia ed è possibile che tra un po’ di tempo si riesca a sviluppare dei farmaci da utilizzare per la prevenzione. Inoltre, c’è tutta una linea di ricerca impegnata sul fronte della ricostruzione del pancreas attraverso le cellule staminali. Per il momento – conclude – è importante ricordare che esiste una cura chiamata insulina, capace di prevenire complicanze: negli ultimi anni è notevolmente migliorata e ha salvato la vita a tante persone».
 

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