La Nuova Sardegna

Davide non vince ma torna a casa contento

di Roberto Sanna e Mario Frongia
Davide non vince ma torna a casa contento

Zecchino d’Oro, l’emozione del piccolo cantante di San Sperate: «Una giornata bellissima. E voglio in regalo l’hoverboard»

10 dicembre 2017
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SASSARI. Bumba è un capo tribù che spaventa tutti, Zumba un suo prigioniero che per passare il tempo inventa un ballo che coinvolge tutti. Un testo divertente con una musica a ritmo estivo, che però non ha consentito a Davide Schirru, 8 anni, di San Sperate, di sovvertire il pronostico e risalire la classifica che lo vedeva cominciare la serata finale, in coppia con Matilde De Marchi, 10 anni, di Firenze, al dodicesimo posto, l’ultimo del gruppo dei finalisti: il sessantesimo Zecchino d’Oro è stato vinto dalla canzone “Una parola magica”, cantata da Sara Calamelli, 9 anni, di Faenza con 709 voti, cento esatti in più di quelli raccolti da Davide e Matilde con “Bumba e la Zumba”. Per loro, comunque, un’avventura bellissima che ricorderanno sempre. Non a caso tra gli insegnamenti che Ciro Tortorella, nei panni del mago Zurlì, impartiva ai bambini c’era quello che «in gara c’è sempre la canzone, non i cantanti».

Gioia infinita. Al telefono subito dopo la chiusura della finale Davide non nasconde l’emozione: «Sono contentissimo di aver partecipato allo Zecchino d’Oro. Mi sono divertito tantissimo, è stato molto bello e ho consociuto tante persone simpatiche, ho fatto amicizie con tutti gli altri bambini. La canzone migliore? Nessuna in particolare, erano tutte belle allo stesso modo. Io continuerò a cantare, è la cosa che più mi piace fare. Comunque, anche se non ho vinto penso di essere stato bravo e mi aspetto che Babbo Natale mi porti in premio quello che gli avevo chiesto: l’hoverboard». Emozionati anche i genitori che hanno vissuto tutti insieme una serata davvero speciale per la famiglia Schirru: «Un’esperienza meravigliosa, non ci aspettavamo che potesse essere così profonda – dice il padre Alberto –. Onestamente non abbiamo mai pensato di poter vincere, partivamo troppo indietro. Ma non è un problema». «Spero che Davide custodisca per sempre questi ricordi – aggiunge la mamma Gianna Caria –. Voglio anche ribadire che abbiamo vissuto questa avventura sentendoci dei privilegiati ogni momento: i sedici finalisti sono passati attraverso una selezione di seimila bambini in tutta Italia». Per le statistiche, la Sardegna ha vinto tre volte lo Zecchino d’Oro nel Terzo millennio: Nel 2001 con Matteo Bellu di Quartu Sant’Elena (“Il singhiozzo”), nel 2004 con Mauro Farci di Sinnai (“Il gatto puzzolone”) e nel 2007 con Virgilia Siddi di Tertenia (“Ma che mondo l’acquario”).

Edizione storica. Per celebrare l’edizione numero sessanta la Rai ha fatto le cose in grande, affidando la direzione artistica a Carlo Conti, richiamando Topo Gigio e lanciando la serata finale con uno speciale venerdì sera in prima serata nel corso del quale alcuni cantanti molto famosi hanno interpretato le canzoni “storiche” i. Anche ieri edizione speciale dalle 16,40 alle 20 condotta da Francesca Fialdini e Gigi & Ross e giuria di qualità formata da Rocìo Muñoz Morales, Orietta Berti, Cristina D’Avena e Carlo Conti, più la “vera” giuria di venti bambini. L’accompagnamento, come sempre, era del Piccolo coro dell’Antoniano. Davide Schirru è stato tra i primi a entrare in gara, strappando sorrisi nel videoclip di presentazione: «Mi piace fare i compiti e il tiro con l’arco. Che cos’è lo Zecchino d’Oro? Allegria e conoscere tanta gente». La canzone, scritta da Bobby Solo e Alberto Zeppieri, ha dato un brivido di allegria in studio e riscosso i consensi dei quattro giurati: due 10 e due 9 e il commento comune che sarebbe un brano perfetto da trasmettere in estate. Davide è stato poi raggiunto sul palco dalla mamma, direttrice del Piccolo coro di San Sperate, con la quale ha cantato in campidanese un pezzetto di “Bumba e la Zumba”. Anche questa, sicuramente, un’esperienza che sarà custodita gelosamente nello scrigno di famiglia.

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