La Nuova Sardegna

Dai Tacchi di Ulassai ai mari di pietra lunari

di Giusy Ferreli
Dai Tacchi di Ulassai ai mari di pietra lunari

Valentino Demurtas, 24 anni, sta lavorando con una équipe italocinese al primo atlante tridimensionale del satellite

12 dicembre 2017
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ULASSAI. Dai tacchi di Ulassai ai crateri della luna. Il viaggio di Valentino Demurtas, giovane geologo ogliastrino non è letterario come quello di Astolfo alla ricerca del senno di Orlando e neanche reale come quello dell’equipaggio americano dell’Apollo 11.

Il suo è un viaggio in 3D che passa per le conoscenze tecniche e scientifiche acquisite in cinque anni di studio all’Università di Cagliari. Il giovane, che questa sera porterà a casa la laurea magistrale in Geologia con una tesi sulla geomorfologia applicata allo studio del territorio ulassese e ai dissesti idrogeologici, fa parte di una equipe multidisciplinare che sta realizzando il primo atlante tridimensionale della Luna.

Un progetto avvincente, che ha impegnato lo studente negli ultimi due anni e che vede l’Università di Cagliari lavorare in stretta collaborazione con la Cina. Valentino, 24 anni, è appena rientrato dal paese dell’estremo Oriente dove con le sue colleghe Sabrina Podda e Claudia Collu, (dello staff fa parte anche Francesco Perseu) e la professoressa Maria Teresa Melis, ha consegnato i primi elaborati delle mappe lunari al ministro della Scienza cinese nell’ambito della campagna di ricerca messa a punto grazie alla collaborazione tra agenzie spaziali, università. Una passione la sua nata all’ombra delle suggestive formazioni calcaree che circondano il suo piccolo paese. «Sono vissuto ad Ulassai dove i Tacchi sovrastano le case. Non potevano non segnare la mia esistenza». E questa passione, coltivata sin da piccolo, lo ha portato a varcare la soglia della facoltà di Geologia sino alla laurea triennale (con lode) e alla ormai vicinissima specializzazione. Il viaggio in Cina con una delegazione italiana non è il primo e probabilmente non sarà neanche l’ultimo. «Sono orgoglioso di aver partecipato a questo progetto che sancisce la cooperazione tra studenti e ricercatori dei due paesi» racconta Valentino. Le mappe lunari in 3D, presentate a Pechino nel corso di una conferenza, non sono un semplice esercizio di tecnologia applicata ma molto di più e prevedono un utilizzo pratico. Il risultato sarà una mappa ad alta definizione, ovvero uno strumento prezioso per qualsiasi missione o, chissà, anche per un prossimo allunaggio. «Il progetto – spiega il geologo –, è suddiviso in due parti: la prima riguarda le frane dei crateri lunari, la seconda le catalogazioni delle unità geologiche. Hanno concorso, ognuno con le proprie competenze geologi, ingegneri aerospaziali e civili».

Un team multidisciplinare che è stato arricchito dal contributo geologico sull’interpretazione delle morfologie lunari. «Era necessario avere una conoscenza dei fenomeni che avvengono sulla superficie lunare in prospettiva futura». Valentino Demurtas non esclude di continuare questo percorso, il suo sogno rimane però quello di contribuire a mettere in sicurezza l’abitato di Ulassai. «La bellezza delle pareti a strapiombo si scontrano con la presenza di fenomeni franosi di notevole entità, fenomeni che rappresentano un problema per la loro pericolosità» spiega lo studente. «Il rischio è poi particolarmente elevato se inseriti in un contesto urbano e turistico come quello di Ulassai. Tutto ciò mi ha portato a rivolgere il mio interesse ed a sviluppare una tesi il cui oggetto fosse lo studio di questi dissesti» conclude Valentino. Ancora una volta con gli occhi rivolti al cielo ma con i piedi ben piantati per terra.

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