La Nuova Sardegna

Contro le donne la violenza dei media

di Elisabetta Stefanelli
Contro le donne la violenza dei media

Nel volume “Relazioni brutali” il linguaggio sessista di musica, pubblicità e televisione

16 dicembre 2017
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Finché l’uomo sarà, nel linguaggio come nell’immaginario comune che viene rilanciato dai media, l’universale neutro, sarà difficile scardinare il diffuso punto di vista di inferiorità di genere nei confronti delle donne. Ci provano Elisa Giomi e Sveva Magaraggia che, nella puntuale analisi del volume “Relazioni brutali” (Il Mulino, 237 pagine, 23 euro) , mettono sotto una lente capillare le parole e le immagini di tv, musica e la pubblicità – che addirittura ammanta di spirito glamour la violenza stessa – per spiegare come, nonostante la diffusa consapevolezza e i numeri stabili di un fenomeno tanto preoccupante quanto costante, il racconto del mondo sembra continuare a essere rilanciato da uno sguardo maschile.

«La maggiore visibilità della violenza maschile contro le donne – si legge nelle conclusioni del libro – si accompagna a un’immutabilità qualitativa del fenomeno nel reale e a ricorrenze narrative molto pericolose nella sua restituzione mediale. Gli argomenti utilizzati per rappresentare e spiegare la violenza maschile contro le donne sono sempre gli stessi: una monoliticità che segnala la compattezza del senso comune attorno a questa tematica». Quindi in un mondo che sembra cambiare in modo tumultuoso, in una realtà che invece rimane ancorata a canoni del secolo scorso – sotto accusa in primo luogo a loro avviso il binomio Eros e Thanatos – secondo uno schema che le autrici individuano in modo netto.

«La prima configurazione in cui si iscrive la violenza maschile contro le donne – in contesti tanto diversi quanto i news media, la musica pop, le serie tv e la pubblicità – è quella di tipo patemico o passionale». Particolarmente impressionante, a questo proposito, è l’analisi dei testi musicali dei rapper che contengono affermazioni di una violenza inaudita. Da Fabri Fibra a J-Ax, da Salmo a Emis Killa, ma anche da Battisti ai Modà fino a Mango volano concetti e parole di estrema violenza nelle rime di questi campioni d’incassi della musica, con video che raggiungono i 9 milioni di visualizzazioni su YouTube. Si ascoltano frasi come «le ragazze son così son tutte molto strane, si dividono in due gruppi: le mignotte e le puttane» (Fabri Fibra), tanto per fare un esempio di quelli morbidi. Ma c’è di molto peggio.

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