La Nuova Sardegna

Il cibo come preghiera Sacro e profano a tavola

di Giovanni Fancello
Il cibo come preghiera Sacro e profano a tavola

Leggende, riti, cibi: i collegamenti religiosi nel libro della Guigoni

16 dicembre 2017
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«In Sardegna vi sono dei santi molto popolari legati ai mestieri dell’agricoltura, della pesca e della pastorizia, festeggiati in modo sontuoso, anche con banchetti e manufatti gastronomici particolari».

Con dissertazioni di questo tipo, Alessandra Guigoni, antropologa e blogger, nata a Genova e sarda d’elezione, dove vive da tempo, scrive e annota nel libro “La lingua dei santi”. Cibo e vino nel tempo, tra sacro e mondano. Un testo che ci aiuta e ci fa scoprire lo stretto e poco conosciuto legame tra religione, cibo e sessualità, e ci fornisce esempi e casi di studio, tratti dal folklore italiano e sardo.

Un’approfondita indagine sulla connessione fra cibo e religione; tra cibi culturali e culto dei santi; tra pani, dolci, riti alimentari e santi della Chiesa cattolica. Cibi antichi legati a rituali sulla fecondità, all’istinto riproduttivo dell’uomo, alla sessualità, che vengono privati di quell’aurea che hanno sempre avuto con il mondo magico–religioso, adattati ed addomesticati alle evoluzioni che una Religione impone.

Perché si preparano sos angules a Ottana, sos cocois a Macomer, su gatò a Quartu, su pistiddu a Dorgali, sos puzoneddos a Orune, sas tineddas a Orosei? Ma perché ogni festa ha il suo Santo, e ogni Santo il suo dolce. Un tempo la società agropastorale onorava le sue divinità e a queste offriva doni, con finalità augurali, di ringraziamento, e di propiziazione. Con l’avvento della religione cattolica è il santo che sovrintende, protegge e salvaguarda la produzione del cibo. E’ lui il destinatario delle offerte propiziatorie. Ci sono santi per ogni occasione, protettori dei mestieri e delle professioni, come Sant’Ambrogio, Santa Rita da Cascia e San Bernardo, patroni degli apicoltori; Sant’Armando, patrono di baristi e birrai; Sant’Isidoro, patrono degli agricoltori; Santa Marta, patrona dei cuochi e potremmo continuare con altri e numerosi esempi. Il libro ha un taglio di divulgazione scientifica, è di facile lettura ed ha un indice analitico che agevola la ricerca. L’autrice offre uno spaccato del rapporto che esiste tra religiosità popolare e il mondo del cibo. Parecchi e variegati sono i temi e le tipologie che analizza, dai prodotti fermentati (vino, pane, formaggio) disserta sul loro significato simbolico-culturale, si sofferma sui pani, dedica ai dolci parole e credenze millenarie, sino a definirli amuleti dei santi.

Ci incuriosisce e ci descrive tutti quei cibi come sos mustatzolos e sos culurgiones, legati sin dall’antichità alla protezione e all’incremento della fertilità. Analizza e ci racconta con efficacia di tutte quelle leggende legate al mondo del cibo, come quella del lievito naturale; o ancora di tutti quei luoghi sacri prenuragici e nuragici rinominati coi nomi dei santi. Un piccolo e prezioso libro pregno di interessanti e stuzzicati curiosità. Alessandra Guigoni, La lingua dei santi. Cibo e vino nel tempo, tra sacro e mondano, Roma, Aracne, 2017.



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