La Nuova Sardegna

Natale al Duomo tra Donizetti e Puccini

di Antonio Ligios
Un momento del recital in Cattedrale
Un momento del recital in Cattedrale

Un successo il recital del tenore Desole nel tradizionale concerto in Cattedrale offerto alla città dal Banco di Sardegna

17 dicembre 2017
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SASSARI. Anche quest’anno il Banco di Sardegna non ha voluto far mancare il suo tradizionale augurio in musica che ormai da nove anni, ininterrottamente, rivolge a tutta la Città, eleggendo a sede di questo momento di incontro la Cattedrale. Solo che col tempo lo spazio di San Nicola si è rivelato insufficiente ad accogliere la moltitudine di cittadini che ogni anno accorrono ad ascoltare il concerto, per cui ancora una volta nella piazza antistante è stato allestito un grande gazebo, dotato di riscaldamento e maxi-schermo. La formula vincente è sempre la stessa: una grande orchestra, un programma operistico dalla fisionomia decisamente popolare e un interprete sardo doc, di quelli però che ha saputo affermarsi nel panorama musicale internazionale.

Questa volta la scelta è ricaduta sul giovane tenore sassarese Matteo Desole, non ancora trentenne ma già affermato in Italia e all’estero. Desole, che ha iniziato la sua formazione – peraltro come pianista – al Conservatorio Canepa, dal 2013 studia canto a Modena sotto la guida di Raina Kabaivanska. Ha già interpretato diversi ruoli del repertorio verdiano, donizettiano e mozartiano, nel 2016 ha è stato Alfredo in “Traviata” al Teatro dell’Opera di Roma, e tra i prossimi impegni ricoprirà il ruolo di Rodolfo nella “Bohème” di Puccini. Desole, per questa sua applauditissima performance sassarese, ha scelto un programma che ben si adatta alle sue notevoli doti vocali, che si esplicitano nella bellezza del timbro, nella morbidezza dell’emissione, nella perfetta gestione del fiato e nella capacità di scolpire con incisività la parola senza per questo rinunciare all’intensità del lirismo. Senza contare infine la capacità di affrontare il repertorio con una spiccata consapevolezza stilistica, che lo ha visto passare con disinvoltura dall’aria di Tamino “Dies Bildiniss ist bezaubernd”, tratta dal Flauto magico di Mozart, a “Je suis seul – Ah! Fuyez, douce image”, dalla Manon di Massenet.

Ma ancor più convincente, per la perfetta rispondenza delle qualità di Desole alla sostanza vocale e drammatica del testo musicale, ci è parsa la prova del tenore nell’ultima scena di Edgardo della “Lucia di Lammermoor” di Donizetti («Tombe degli avi miei – Fra poco a me ricovero»), davvero impeccabile. Federico Santi, da parte sua, alla guida dell’ottima Orchestra del De Carolis, lo ha ben assecondato, salvo scivolare nell’ouverture del “Nabucco” di Verdi, per rifarsi poi in una intensa e misurata lettura dell’Intermezzo tratto dalla “Madama Butterfly” di Puccini.

Il successo per tutti è stato pieno e meritato, e Desole ha ripagato l’entusiasmo del pubblico con un fuori programma: una celebre canzone natalizia orchestrata con raffinatezza da Fabio Manconi.

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