La Nuova Sardegna

Da Su Cabude a S’Aligu Ecco i dolci delle Feste

di Giovanni Fancello
Da Su Cabude a S’Aligu Ecco i dolci delle Feste

Tra le eccellenze S’arantzada di Nuoro e il Durche di Murgia

30 dicembre 2017
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Uno dei sogni prevalenti, per grandi e piccini, è quello di trovarsi davanti ad una tavola imbandita di dolciumi e farsi inebriare dal loro stimolante gusto e profumo. Siamo a fine anno e cerchiamo perciò di vagare lungo le strade dell’Isola, alla ricerca di quei dolci che caratterizzano la festa: sia quelli legati alla tradizione rurale, sia innovativi giunti nell’isola per vie traverse. Iniziamo l’insolito viaggio partendo da Cagliari, proprio dall’antico Caffè Genovese, incuriositi dalla bontà di un dolce dalle origini liguri-provenzali: la Focaccia dei tre Re. Questo dolce nasconde al suo interno una fava, un cece e un fagiolo. Lo si deve mangiare con circospezione alla ricerca dei legumi. Chi trova la fava, avrà un promettente futuro da re, chi il cece o il fagiolo, avrà un anno prosperoso. Buona sorte comunque! Rincuorati riprendiamo la via e si fa tappa nel Sarrabus, nei paesi di San Vito, Castiadas e Muravera, dove per le festività natalizie, si prepara Su cixirau. Dolce dalle antiche origini a base di ceci. Un salto poi a Villacidro, per gustare su Trigu cotu. Il caratteristico dolce a base di grano, simbolo di prosperità e salute, cotto e insaporito con sapa e miele. Viene consumato con voluttà grazie al suo significato augurale per un nuovo anno prospero di frutti e leccornie, che delizia il palato e soddisfa l’imponderabile. Su pane de saba, lo si prepara in buona parte dell’isola e a Meana Sardo lo si trova in una incantevole versione, decorato con fragranti mandorle. Lo possiamo trovare nella pasticceria della brava Sabrina Tola. Un altro pane rituale, salato o dolce, è Su cabude. Lo si prepara in diversi paesi dell’isola, sia nel Meilogu che nel Goceano. E’ un rito propiziatorio ed ancestrale, quello di spezzare quel pane sulla testa del primogenito, da parte del capo famiglia. Attratti da quel gioiello de Su pistiddu, preparato per Sant’Antonio, raggiungiamo Orotelli. Dove la giovanissima e talentuosa Giulia Sedda, confeziona un prezioso “pistiddu”, un piccolo e decorato sole di “pasta violada”, ripieno di miele, scorza d'arancia e semola.

E’ tempo di agrumi e S’aranzada sprigiona il meglio di sé. Luisa Monne a Nuoro, la prepara in maniera impeccabile. Scorze d’arancia, mandorle e miele, un amalgama che ci fa sognare. Dirigiamoci ora verso il nord dell’isola e sostiamo a Silanus, ma anche a Tresnuraghes o in buona parte del Meilogu, per ritrovare un dolce gustoso in via di estinzione: S’aligu. Il profumo della sapa che cuoce e si fonde con le scorze d’arancia, spezie e pane azzimo, sollecita grandi emozioni e ci invita ad assaggiare.

Raggiungiamo Alghero, lasciamoci contagiare dall’euforia del mitico Cap d’Any. Facciamo sosta dal geniale e bizzarro Roberto Murgia. Assaggiamo il suo panettone Durche Sardigna. Una prelibatezza, fatta con prodotti sardi, magnificamente combinati: farina, lievito madre, canditi di pompia di Siniscola, mandorle e vaniglia. Satolli e deliziati siamo pronti ad affrontare un nuovo anno.

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