La Nuova Sardegna

Visita all’Orto botanico Meraviglie e relax nel centro di Cagliari

di Giovanni Manca
Visita all’Orto botanico Meraviglie e relax nel centro di Cagliari

Gestito dall’ateneo sin dal 1866 copre un’area di oltre cinque ettari All’interno piante esotiche e locali, poi vestigia del periodo romano

30 dicembre 2017
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La città di Cagliari è affascinante: il mare, i panorami, le torri, le chiese, l’archeologia che ribolle nei calcari che inframmezzano gli angoli moderni. E poi gli alberi spettacolari che fanno da ornamento alla passeggiata di via Roma concedendo una lussuosa apertura e chiusura dei portici.

Proprio gli alberi della città sono il filo di Arianna per fare visita a un angolo incantato che in troppi dimenticano: l’Orto botanico dell’Università di Cagliari. Questo piccolo gioiello che si trova nel quartiere di Stampace è incastonato tra viale Fra’ Ignazio e le gradinate dell’anfiteatro romano, poco più su delle rovine della villa di Tigellio, che si trova nella via omonima.

L’Orto botanico, nato nel 1866, copre un’area di circa 5 ettari della vallata di Palabanda, quindi da oltre 150 anni raccoglie essenze esotiche e locali, che è possibile osservare in piena forma e ben acclimatate in questo luogo ricco di scorci e di silenzio. Le grandi piante, che affascinano per la loro grandezza e la loro bellezza, sono le varie fitolacche che sembrano albero e pilastro allo stesso tempo, il cipresso di palude e il gelso degli Osagi, ma durante la visita ogni dieci metri ci si ritrova in un contesto botanico differente.

L’area delle cycadales, alcune di queste sono le cicas da appartamento, apre il percorso a sinistra dopo l'ingresso, per ascendere verso il palmeto e il crinale che nasconde ancora archeologia con la cava punico-romana, la grotta Gennari e la cisterna a trifoglio, rimanendo in quota si arriva alla roccaglia della biodiversità in cui potrete rileggere le esperienze botaniche delle varie zone della Sardegna, ma anche del Mediterraneo in genere, gli endemismi particolari riprodotti con cura, tanto da pensare a pezzi microscopici di Gallura o Supramonte. Prima delle roccaglie è molto stimolante attraversare il giardino e la serra delle succulente, dove fa strano poter trovare anche la centaurea orrida, endemismo tipico dell’Asinara e estremo nord-ovest della Sardegna.

In fondo all’area c’è il museo botanico, dove, accolti gentilmente dal personale, si possono osservare molte particolarità in cera tipiche degli studi ottocenteschi, ma anche il nuovissimo e feroce modello in cera, scala 3:1 del punteruolo rosso, che massacra le palme. Da qui si può optare o per una passeggiata panoramica che lascia spaziare lo sguardo su verde sottostante e conduce alla visione delle piante nominate nella Bibbia, oppure riimmergersi tra le piante e le vasche.

Nella parte bassa prevalgono le piante d’acqua, ecco dunque le ninfee e i fiori del loto, ma anche bambù, il papiro e il nefasto giglio d'acqua che tanti danni ha creato infestando varie zone umide della Sardegna; la zona è ombreggiata da bellissime araucarie e racchiude anche l’Orto dei Semplici, che a dispetto del nome, era la farmacia di base dei secoli passati, qui piccole aiuole raccolgono le piantine secondo l’uso terapeutico che se ne può fare.

Giunti ormai all'uscita, dopo una visita in totale relax, c’è ancora da vedere l’albero fiamma, così detto perché in fioritura si accende con fiori di rosso scarlatto. Superato il cancello siamo ancora a Cagliari, ma dopo un bellissimo film, pochi rumori e un clima riposante, in estate e in inverno.

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