La Nuova Sardegna

«Nel gioco dei linguaggi la felicità»

di Angiola Bellu
«Nel gioco dei linguaggi la felicità»

La celebre poetessa parla dell’Istituto di formazione culturale che inaugurerà a Firenze il 22 gennaio

07 gennaio 2018
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Poetessa premiata e tradotta, scrittrice, consulente editoriale, presidente del Gabinetto Vieusseux: Alba Donati si è innamorata della parola scritta fin da bambina, da adulta promuove la lettura per lavoro e per passione. Passione che l’ha portata a sognare e realizzare Fenysia, la prima scuola di linguaggi che presiede e dirige insieme a Pierpaolo Orlando. Scuola che – con corsi e lezioni magistrali sui diversi linguaggi della cultura – vuole opporsi all’imbarbarimento civile e culturale dilagante nel nuovo millennio. Scrittori, registi, musicisti, critici di chiara fama: Donati è riuscita a coinvolgere nel suo sogno brillanti menti della cultura, veri maestri. Fenysia aprirà i battenti a Firenze a Palazzo Pucci il 22 gennaio del 2018, come racconta la sua ideatrice.

Una poetessa, che si occupa di libri da tutta la vita, a un certo punto decide di aprire una scuola. Perché? «Questa – risponde lei stessa – è la vocazione femminile dell’insegnamento, dell’accudire gli altri. Sono testimone di un tempo particolare: il passaggio dal Novecento al Duemila. Questo cozzare, non dell’aulico con il prosaico, come avrebbe detto Montale, del Novecento con questo nuovo millennio, è stato piuttosto imbarazzante, piuttosto forte. Ho una figlia di 16 anni che frequenta il liceo e vedo attraverso di lei una riforma scolastica che ha prodotto disastri. È stata importante anche la mia presidenza del Vieusseux: incaricata di un ruolo pubblico ho incominciato anche da lì a fare delle cose per le scuole».

Qual è l’importanza del Gabinetto Vieusseux?

«È un istituto fondato quasi 250 anni fa dal signor Vieusseux: un ginevrino con un senso del commercio collegato alla cultura che aprì un gabinetto di lettura. Subito divenne il fulcro di tutti gli scrittori che passavano da Firenze. Da Manzoni a Dostoevskij, da Leopardi a Mark Twain, ad Henry James.Un salotto letterario, diventato mitologico già all'epoca: Manzoni e Leopardi si sono incontrati lì».

Da dove viene Fenysia, il nome della scuola?

«Fenysia era una mia zia che, lasciato il paesello, ha fatto per tutta la vita la governante. Dalle case dei ricchi portava libri che lei non sapeva leggere. Mi ricordo che a sei anni lessi Michele Prisco e un libro di Fausta Cialente, le uniche cose che trovavo in casa, difficili per i sei anni, però devo a mia zia un po’ dell’inizio della mia vita letteraria».

Come è strutturato l’approccio allo studio?

«Oltre ai grandi maestri ci saranno altri professori. L’approccio è quello del seminario di tanti anni fa, quando un argomento veniva sviscerato e contestualizzato. Ora nessuno sa più che cosa è un seminario. Umberto Eco incitò i ragazzi a farseli da soli. Noi abbiamo concepito i corsi così».

Una scuola di linguaggi. Cosa significa?

«Prima di tutto Fenysia è una scuola di lettura: il linguaggio infatti è sempre una elaborazione di una scrittura altra. Io scrivo poesie e non sono mai riuscita a scrivere una poesia dal niente. Questo vale per tutto: anche la visione produce visione».

Chi può frequentare Fenysia?

«È aperta a tutti. Ci sono corso aperti per giovani dai 19 ai 35 che non hanno ancora un futuro ben definito, ma anche corsi nel fine settimana per persone che lavorano. E altre formule».

Se uno studente volesse iscriversi dalla Sardegna?

«Può, per esempio, trasferirsi tre mesi a Firenze e noi la aiutiamo a trovare una sistemazione economica».

La scuola è aperta anche alla terza età?

«Certo. Abbiamo anche fatto un accordo con Montedomini, una struttura di servizi per la terza età, ci saranno sempre due borse di studio per gli over 65 per ciascun corso».

Quali sono i primi corsi che verranno attivati?

«Quello di Arte con Vittorio Sgarbi e quello di Cinema con Roberto Andò. Il Romanzo e la Narrazione è affidato a Simona Vinci. Ci sarà Michele Ainis che insegnerà Linguaggio giuridico e Alfonso Berardinelli che insegnerà Giornalismo culturale. Tutti coinvolti nel primo trimestre e responsabili di un seminario. Ci saranno lectio magistralis di Dacia Maraini, Roberto Saviano, Toni Servillo, Elisabetta Sgarbi e altri come Michael Cunningham e Edward Carey».

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