La Nuova Sardegna

STORIA e reperti 

Quei bronzetti simbolo dell’amicizia tra due popoli

SASSARI. I commenti al Timeo di Platone descrivono «l’isola dalle vene d’argento», chiamata Sardegna in onore di Sardo, moglie del principe della Lidia Tirreno, figlio del re Atys, e Tirreno, secondo...

12 gennaio 2018
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SASSARI. I commenti al Timeo di Platone descrivono «l’isola dalle vene d’argento», chiamata Sardegna in onore di Sardo, moglie del principe della Lidia Tirreno, figlio del re Atys, e Tirreno, secondo Erodoto, condusse il suo popolo in fuga da una carestia, a Smirne, dove costruì le navi per arrivare in Italia per fondare le città dell’Etruria (in Toscana e Lazio settentrionale). In onore del principe i Lidi decisero di chiamarsi Tirreni (altro nome con cui erano noti gli Etruschi). Questo è mito, favola e leggenda, dove è sempre complesso, se non impossibile, distillare la verità.

Di vero ci sono i ritrovamenti che ci parlano della Sardegna crocevia obbligatorio di scambi già dall’età del Bronzo. Nella fase terminale di questo periodo i materiali nuragici ritrovati nell’Etruria settentrionale confermano la presenza stabile di genti che arrivano dalla Sardegna. A Populonia si sono ritrovate tombe, del IX secolo a.C., con il rito inumatorio caratteristico dei nuragici. Il ritrovamento più affascinante è sicuramente quello della tomba di Vulci detta proprio “dei bronzetti nuragici”. Una giovane donna e una bambina sono state sepolte con un corredo di oggetti in bronzo nuragici: una cesta in miniatura, uno sgabello con dei sonagli e una figura misteriosa: un uomo (un guerriero?) dalle lunghe trecce, con un alto copricapo conico, gonnellino e un grande scudo floscio. Una versione in miniatura delle grandi statue che raffigurano i pugilatori di Mont ’e Prama. Forse la donna era la sposa sarda di un aristocratico del luogo.

A partire dal IX secolo si diffondono nell’isola le fibule tipiche dell’abbigliamento in uso nell’altra sponda del Tirreno e le coste della Sardegna diventano emporio e luogo di scambio delle popolazioni che arrivano da Levante e che convivono con i nuragici. (p.cu)

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