La Nuova Sardegna

L’Ogliastra alla scoperta del Michelangelo sardo

di Giacomo Mameli
L’Ogliastra alla scoperta del Michelangelo sardo

Lanusei dedicherà il suo liceo artistico al grande pittore di Orani sassarese d’adozione

13 gennaio 2018
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Un insegnante di Lettere, don Emilio Maxia, l’aveva definito «il Michelangelo sardo». Era il 7 dicembre 1955, il giorno prima della festa dell'Immacolata. «Domani vi farò vedere la Cappella Sistina dell’Ogliastra nella cattedrale di Lanusei», aveva aggiunto, dopo aver spiegato agli studenti della quarta ginnasio dei salesiani chi era il Grande decoratore del Giudizio Universale nelle sale del Vaticano. C’era la neve quella mattina. Alle nove, dal Collegio dov’era nata a fine Ottocento “l'università di don Bosco” frequentata anche da Emilio Lussu e Giovanni Lilliu, una trentina di ragazzini infreddoliti camminavano in fila indiana verso il centro storico della città-simbolo dell'Ogliastra. Per i ragazzi, sui banchi della navata centrale, era la prima lezione di storia dell’arte. Il professore-sacerdote, con l’aiuto di un binocolo, aveva fatto osservare le decorazioni geometriche, le tonalità dei colori sulle colonne e nelle arcate. In un crescendo di sensazioni inedite per bambini abituati alle chiese povere dei propri villaggi, aveva mostrato la decorazione della volta con le quattro lunette della Maddalena

Michelangelo sardo.

Sembra di risentirlo don Maxia: «Osservate le espressioni del volto e del corpo delle Maddalene in quasi tutte le gamme dell’azzurro. Notate la fisicità della Maddalena peccatrice, la dolcezza della Maddalena orante, la compostezza della Maddalena penitente, la grazia celestiale della Maddalena santa». Poi aveva fatto osservare le grandi tele: Natività, Deposizione e Crocefissione. «Questi capolavori sono per noi come le opere di Michelangelo, di Caravaggio, di Raffaello. Sono firmate da Mario Delitala, nato a Orani, un grande artista che adesso vive a Sassari ma è noto in tutt’Italia, ha trionfato alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma. Quando voglio star bene vengo in questa chiesa, guardo le Maddalene e le grandi tele e sto meglio».

Mario Delitala aveva eseguito quei lavori novant’anni fa, tra il 1925 e il 1927. Con un cambio di passo il Comune di Lanusei, pensando al centenario, vuol far conoscere eccellenze ignote dell’arte sarda. Sotto Natale gli è stato intitolato il liceo artistico alla presenza del preside e di tutti i familiari col nipote Francesco, presidente dell’omonima associazione culturale. Tra poche settimane una grande targa verrà sistemata all'esterno della scuola. Entro l’anno verranno dedicate giornate di studio coinvolgendo le città dove Delitala aveva operato: da Urbino a Palermo, da Pesaro a Perugia e a Sassari (sue le opere dell’aula magna dell’università), da Castiadas ad Alghero a Nuoro (sala del Consiglio comunale). «Delitala deve essere conosciuto dai sardi e dai turisti, le decorazioni del Duomo fanno parte dell’arte italiana del Novecento», dice il sindaco Davide Burchi. «Creeremo forme di gemellaggio con Orani, con le città dove Delitala ha lasciato il segno, Lanusei è orgogliosa di averlo avuto tra i suoi ospiti illustri».

Orgoglio laico e religioso.

Il vescovo, Antonello Mura: «Le opere di Mario Delitala arricchiscono la nostra cattedrale, rendendola artisticamente significativa e religiosamente propositiva. Le sue tele invitano alla riflessione e impegnano spontaneamente a gioire dei quadri di vita che rappresentano, fornendo materia alla fede senza però – conclude il vescovo – dimenticare la ragione». La tardiva “resurrezione natalizia” di Delitala partirà quindi da Lanusei dove l'artista (nato a Orani nel settembre 1887, morto a 103 anni a Sassari nel 1990, abitava in Via Carlo Alberto 62 al primo piano, nella palazzina un tempo sede di questo giornale) ha segnato una delle tappe di successo. Ancora Burchi: «Sono opere che devono dare valore aggiunto – anche economico – alla cultura che da noi si arricchisce di un pregevole patrimonio architettonico, archeologico e naturalistico. Dobbiamo saperci attrezzare per questo traguardo». Perché Delitala è una stella del Pantheon sardo: sta all’arte come Giuseppe Biasi, Francesco Ciusa e Maria Lai, alla politica come Antonio Gramsci, come Grazia Deledda e Salvatore Satta alla letteratura, come Pinuccio Sciola e Costantino Nicola alla scultura, come Lilliu è stato per l'archeologia. Delitala era molto legato a Lanusei. Non solo per l’incarico avuto nel 1925 dal Comune. In quegli anni stava a pensione prima dalle sorelle Vacca, sopra il vecchio tribunale, poi in una locanda verso Ilbono.

L’amore per Lanusei. Quando Delitala era rientrato definitivamente in Sardegna, Lanusei era stata eletta a residenza privilegiata per le vacanze. Frequentava l’hotel Selene, aveva un ottimo rapporto col proprietario Fausto Cannas e la direttrice Ester Prevedello che lo ricorda così: «Veniva con la moglie signora Delia. Di mattina andava verso il bosco o verso monte Tarè, dipingeva paesaggi, regalava le opere, a Lanusei e in Ogliastra ce ne devono essere tante. Mi ero innamorata di una natura morta, un cestino con funghi, non so chi abbia avuto la fortuna di ereditarla. Il professore era di poche parole ma elegante e pieno di garbo, spesso accompagnava in cattedrale alcuni conoscenti, dopo cena giocava a carte con un medico cagliaritano, Carlo Mastio. Dal Selene guardava per ore il panorama verso il mare di Arbatax dicendo sempre: che incanto questa valle». Delitala amava Lanusei e amava molto Urbino dove (1932-1942) aveva diretto la Scuola del libro. Aveva stretto amicizia col rettore-mito Carlo Bo. A Urbino sono nati i figli Gianni (architetto a Cagliari), Marcello (agronomo a Sassari) e Bardilio (morto di malattia). Abitava in via Raffaello, a trenta metri dalla casa del pittore del Rinascimento. Aveva scritto: «In questa città trovo una quiete confortante, in uno scenario di bellezza invitante ai lavori». Anche a Lanusei, come a Urbino, si gode una quiete confortante, tra montagne e mare. Sono parole che segnano quasi la strada per una riscoperta del ruolo dinamico della cultura e dell’ambiente. Che in Ogliastra ha una delle sue eccellenze da portare a reddito. Sta alle istituzioni di oggi costruire l’Ogliastra culturale del futuro. Un’icona c'è: Mario Delitala che tra qualche settimana, uscendo dall’anonimato, battezzerà il liceo artistico di uno dei suoi luoghi dell’anima.

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