La Nuova Sardegna

“Sulcis in fundo”, storie di Sardegna in nero

Enrico Carta
“Sulcis in fundo”, storie di Sardegna in nero

Un libro reportage del giornalista Chessa ricostruisce le trame della malavita nel sud ovest dell’isola

21 gennaio 2018
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CARBONIA. Un po’ reportage, un po’ storia, un po’ giallo seppure il finale resta senza che il mistero sia risolto del tutto. Di colpevoli, poi riabilitati grazie all’arte del pentimento o della collaborazione con la giustizia, invece se ne trovano tanti tra le 185 pagine del libro del giornalista Paolo Matteo Chessa, firma di punta della Nuova Sardegna da Cagliari negli anni in cui il capoluogo sardo ribolliva di delitti e parlava costantemente il gergo di una malavita che provava a fare il salto di qualità. Ma è nel remoto Sulcis che ci riporta l’azione del libro “Sulcis in fundo”, edizioni La Zattera, in cui il cronista scrittore raccoglie memorie figlie del suo lavoro passato inseguendo il filo dei fatti di cronaca più eclatanti a cavallo tra gli anni ’80 e ’90.

In un decennio si consumò uno dei capitoli più misteriosi che la storia della criminalità in Sardegna abbia mai conosciuto e al quale nemmeno ora si riesce a dare una risposta compiuta. In quegli anni in cui piombo e droga incrociavano le loro strade e le loro rotte con l’isola, nel Sulcis fecero la comparsa alcuni elementi di spicco della Stidda, la frangia ribelle della mafia siciliana che proprio in quegli anni stava conducendo una guerra spietata e perdente contro i vertici di Cosa Nostra.

L’eco di quelle vicende, in seguito al trasferimento di alcuni degli esponenti più sanguinari della Stidda, arriva anche in Sardegna e non sarà solo un rumore lontano. Sarà un tuono che per qualche anno deflagra con tutta la sua potenza malavitosa anche in quell’angolo lontano di Sardegna: il Sulcis, con Carbonia che, per motivi oscuri, viene eletto a nuova dimora di personaggi da brivido tutti appartenenti al clan Iannì-Cavallo che aveva a Gela il suo fonte battesimale e in don Gaetano Iannì il suo uomo di vertice.

Sono “stiddari” col pedigree da re e un curriculum da 10 e lode nel campo della criminalità. L’elenco dei loro delitti, in cui omicidi e traffico di droga sono all’ordine del giorno o addirittura ragioni di vita, è capace di mettere in secondo piano quello di altri famosissimi mafiosi dell’epoca. Il problema nasce proprio nel momento in cui don Tano Iannì, i suoi figli e alcuni loro “collaboratori” fanno il loro ingresso in Sardegna. Mentre le forze dell’ordine minimizzano e spiegano ripetutamente che quei personaggi, non tanto oscuri e sconosciuti, sono in Sardegna solo per questioni di soggiorno obbligato e per decisione della magistratura, gli ingranaggi di un certo tipo di criminalità si oliano e iniziano a scorrere molto velocemente anche nel Sulcis.

Cosa esattamente cercassero nel profondo sud dell’isola non è chiaro neanche oggi. Forse nuovi spazi per il mercato della droga, forse fare da apripista al nascente business dei rifiuti su cui la malavita organizzata ha più volte messo gli occhi in tutto il mondo trasformando il “lavoro sporco” in una notevole fonte di guadagno e di pulizia dei soldi. Ma il libro apre anche altri scenari inquietanti rispolverando la cronaca nera dell’epoca. Tra leggende metropolitane, strane coincidenze, rapporti certificati tra frange malavitose locali e inchieste penali che si intrecciano si entra nei meandri di alcuni episodi a cui, neppure oggi, si è data una risposta.

Sono l’omicidio del pozzo ovvero quello della giovane di Carbonia Gisella Orrù su cui lo stesso Paolo Matteo Chessa ha scritto un libro diversi anni fa ricostruendo nel dettaglio non solo la nuda vicenda di cronaca, ma anche le successive fasi giudiziarie; il delitto del Bevimarket a Cagliari; il caso Manuella con la scomparsa dell’avvocato cagliaritano. E in mezzo c’è una serie di vicende meno presenti nella memoria collettiva, ma sulle quali le ombre pesanti di una nerissima stagione del crimine mai si sono dileguate. Arrivando o meglio partendo proprio da lì, da quell’angolo di Sardegna. Sulcis in fundo.



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