La Nuova Sardegna

Spettacoli, nuove regole La Regione cambia passo

di Sabrina Zedda

Nuovi criteri (meno severi) sui finanziamenti per gli eventi dal vivo L’assessore Dessena: «Già pronta la bozza per una legge di tutela del settore»

25 gennaio 2018
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CAGLIARI. Per raggiungere il risultato ci sono voluti cinque anni. Ma è valsa la pena combattere: adesso le associazioni si dicono finalmente soddisfatte. D’ora in poi per beneficiare dei contributi regionali allo spettacolo dal vivo si dovrà passare attraverso criteri meno stringenti: non più cinque anni ma tre per richiedere risorse, possibilità di presentarsi aggregati (con la costituzione di Associazioni temporanee di impresa o di scopo), riduzione del punteggio richiesto per le premialità.

Queste sono solo alcune delle novità introdotte grazie alla modifica di una delibera, datata 2013, che conteneva i criteri di finanziamento del comparto. Si trattava di regole che hanno fatto disperare, e spesso restare ai margini, chi in Sardegna lavora nel campo del teatro, della musica e della danza. Regole che per tutti questi anni sembravano intoccabili. Ora la svolta, frutto di un lavoro gomito a gomito svolto negli ultimi mesi da Regione e rappresentanti delle associazioni del settore. «Lavorando con il metodo della concertazione siamo riusciti a mettere quella delibera in un angolo – ha esordito l’assessore regionale alla Cultura, Giuseppe Dessena, durante la presentazione – Il nostro patto è stato: riuniamoci attorno a un tavolo, discutiamo e troviamo la quadra verso criteri che vadano bene a tutti». Tra le novità introdotte ci cono anche la distinzione tra rassegna e festival (la prima deve contenere in cartellone almeno 15 spettacoli con titoli diversi e ispirarsi a un progetto coerente), il calcolo del contributo basato sulla media dei finanziamenti ricevuti nel triennio precedente (e non più del quadriennio), una differenziazione tra organismi appena nati e quelli che lavorano da anni. Ancora: per le compagnie che concentrano almeno l’80 per cento delle loro attività nelle province di Nuoro, Sud Sardegna, Oristano, e nelle zone del Medio Campidano e dell’Ogliastra, i contributi possono arrivare sino al 70 per cento delle spese sostenute. Una grande soddisfazione per le associazioni di categoria (sono Agci, Confcooperative, Agis Teatro, Assoartisti, Cosass, Animas, Sardinia jazz network e Animas), la maggior parte delle quali ha voluto essere presente ieri, insieme all’assessore. «Queste modifiche aiutano anche le piccole realtà che fanno cultura», ha osservato Vincenzo De Rosa, di Assoartisti. Mentre Lelio Lecis, di Agis Teatro, pur plaudendo al lavoro di squadra che ha visto impegnati come non mai anche tutti gli uffici dell’assessorato, ricorda pure come i denari per il settore sono ancora pochi. «Per quest’anno ci sono solo 6,8 milioni, eppure si tratta di un comparto capace di creare numerosi posti di lavoro».

La soluzione passerebbe per una maggiore sensibilità del Consiglio regionale, ma soprattutto per una legge di tutela del settore. «Questo sarà il nostro prossimo passaggio – assicura l’assessore Dessena – Abbiamo già pronta una bozza che ora cominceremo a valutare con le associazioni». Un altro passo importante in questo 2018 che, ha ricordato Giuseppe Dessena, è l’anno europeo della cultura. Un passo ancor più importante per la Sardegna dove, ha concluso l’assessore, la domanda di cinema, teatro e altre attività culturali cresce più che nel resto del Paese, dove già si assiste a un consistente incremento.

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