La Nuova Sardegna

Umanità alla fine nel cinema giapponese

Umanità alla fine nel cinema giapponese

SASSARI. Vedere film asiatici nelle sale italiane è sempre più difficile. Leggermente meglio va con il mercato home video che ogni tanto dà spazio a qualche titolo dell’Estremo Oriente. Tra le uscite...

27 gennaio 2018
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SASSARI. Vedere film asiatici nelle sale italiane è sempre più difficile. Leggermente meglio va con il mercato home video che ogni tanto dà spazio a qualche titolo dell’Estremo Oriente.

Tra le uscite recenti da segnalare “The Whispering Star” di Sion Sono, regista giapponese di culto dal quale non si sa mai cosa aspettarsi. Iperprolifico, viaggia sui tre o quattro film all’anno, è amato dai giovani soprattutto per le sue esagerazioni. In questo caso sceglie però la via opposta. E fa centro. Con uno sci-fi minimale, dove a parlare sono lunghi silenzi. Gli umani sono ormai una specie in via di estinzione e gran parte della popolazione è composta da robot. Machine ID 722 Yoko Suzuki è un’androide il cui compito è quello di consegnare pacchi agli umani dispersi nella galassia: oggetti comuni che rappresentano il ricordo di qualcosa che è andato perduto.

Yoko arriva a dunque a Whispering Star, un luogo dove ogni rumore superiore a trenta decibel può uccidere gli abitanti. In punta di piedi cercherà di raggiungere l’indirizzo per la consegna di un pacco dal contenuto misterioso.

Un film dal grande rigore nello sfruttamento geometrico degli spazi dove è stato girato e che porta con sé una sentita riflessione sulla forza dei ricordi in una visione sull’umanità post-apocalittica figlia dello tsunami del 2011 che ha segnato profondamente il Giappone. Tra gli extra presenti nel dvd un’intervista al regista sul film. (f.c.)

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