“Pss Pss”, in scena l’arte sublime dei clown
Ad Alghero e ad Arzachena fantasia, ironia e poesia nello spettacolo della Compagnia Baccalà
02 febbraio 2018
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ALGHERO. Il fascino e il mistero del clowns per “Pss Pss”. L'immaginifico spettacolo ideato e interpretato da Camilla Pessi e da Simone Fassari con la regia di Louis Spagna è in cartellone domani alle 21 al Teatro Civico di Alghero e domenica alle 21 all'Auditorium comunale di Arzachena per la stagione di prosa Cedac.
Un sogno ad occhi aperti, un incantevole racconto senza parole con una grammatica di sguardi e gesti, di pause e silenzi, che svela la complessità del mondo con l'innocenza e la crudeltà di un fanciullo, per un ideale viaggio nei labirinti della mente e del cuore umano, dove tutto può accadere, con gran divertimento di grandi e piccini, e in cui si possono riscoprire il gusto della sorpresa e il piacere della meraviglia.
Fantasia in scena tra ironia e poesia, in un susseguirsi di acrobazie circensi e irresistibili gags che rimandano ad artisti come Buster Keaton e Charlie Chaplin, senza dimenticare il grande mimo francese Jacques Tati, ma anche al cinema di Federico Fellini e di Tim Burton, nel perfetto equilibrio tra serietà e leggerezza di una performance in cui la verità viene messa a nudo con impareggiabile grazia.
L’arte sublime dei clowns maestri nel far sorridere e ridere il pubblico con le loro buffe trovate e le loro incredibili storie (con una vena di sottile e segreta malinconia), eredi dei giullari medioevali e degli antichi imbonitori, i cui “numeri” sono ormai parte fondamentale della magia del circo, creature indistruttibili e stravaganti con i loro singolari costumi e il trucco e il caratteristico naso rosso che ne fanno delle autentiche “maschere” moderne, rivive nei teatri dell'Isola in una pièce emozionante e coinvolgente con un titolo che suona come un invito, un sussurrante “Pss Pss”.
La compagnia Baccalà, nata dall'incontro e dal felice sodalizio tra Camilla Pessi e Simone Fassari, due clowns “fuggiti” dal circo, con il prezioso apporto dell’attore-clown, musicista e regista Louis Spagna e la collaborazione artistica di Valerio Fassari ha sintetizzato in “Pss Pss” una sorta di manifesto poetico del proprio linguaggio, che attinge alla magnifica tradizione dei clowns per rielaborarla e reinventarla in chiave contemporanea.
Un sogno ad occhi aperti, un incantevole racconto senza parole con una grammatica di sguardi e gesti, di pause e silenzi, che svela la complessità del mondo con l'innocenza e la crudeltà di un fanciullo, per un ideale viaggio nei labirinti della mente e del cuore umano, dove tutto può accadere, con gran divertimento di grandi e piccini, e in cui si possono riscoprire il gusto della sorpresa e il piacere della meraviglia.
Fantasia in scena tra ironia e poesia, in un susseguirsi di acrobazie circensi e irresistibili gags che rimandano ad artisti come Buster Keaton e Charlie Chaplin, senza dimenticare il grande mimo francese Jacques Tati, ma anche al cinema di Federico Fellini e di Tim Burton, nel perfetto equilibrio tra serietà e leggerezza di una performance in cui la verità viene messa a nudo con impareggiabile grazia.
L’arte sublime dei clowns maestri nel far sorridere e ridere il pubblico con le loro buffe trovate e le loro incredibili storie (con una vena di sottile e segreta malinconia), eredi dei giullari medioevali e degli antichi imbonitori, i cui “numeri” sono ormai parte fondamentale della magia del circo, creature indistruttibili e stravaganti con i loro singolari costumi e il trucco e il caratteristico naso rosso che ne fanno delle autentiche “maschere” moderne, rivive nei teatri dell'Isola in una pièce emozionante e coinvolgente con un titolo che suona come un invito, un sussurrante “Pss Pss”.
La compagnia Baccalà, nata dall'incontro e dal felice sodalizio tra Camilla Pessi e Simone Fassari, due clowns “fuggiti” dal circo, con il prezioso apporto dell’attore-clown, musicista e regista Louis Spagna e la collaborazione artistica di Valerio Fassari ha sintetizzato in “Pss Pss” una sorta di manifesto poetico del proprio linguaggio, che attinge alla magnifica tradizione dei clowns per rielaborarla e reinventarla in chiave contemporanea.
