La Nuova Sardegna

La bellezza della Sardegna raccontata da venti fotografi

di Roberto Sanna
La bellezza della Sardegna raccontata da venti fotografi

La natura dell’isola in un progetto coordinato da Domenico Ruiu 

05 febbraio 2018
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SASSARI. La Sardegna come non l’avevamo mai vista, raccontata da un gruppo di fotografi dell’isola in un libro coordinato da Domenico Ruiu: venti autori, tutti con il medesimo spazio a disposizione. Il risultato è un volume (“Sardegna 20 fotografi”, editore Carlo Delfino) sorprendente per qualità e originalità, nel quale la Sardegna si rivela in tantissime sfaccettature e sensibilità. «Per me è stata una sfida – dice Domenico Ruiu, che ha anche firmato uno dei capitoli – perché quella dei fotografi è fondamentalmente una categoria di individualisti e mettere insieme tante personalità diverse è un lavoro impegnativo. Quello che mi preme sottolineare è che questo non è un concorso ma un libro nel quale ciascuno dei protagonisti si racconta e ci dice che cos’è per lui la fotografia. Questo libro non ha la pretesa di ospitare i migliori fotografi sardi e nemmeno quella di stilare graduatorie di merito, ma vuole unire diversi modi di inquadrare l’isola proponendo prospettive personali dei paesaggi, dei fiori, degli animali, insomma di tutto quanto possa parlare di natura in Sardegna».

La domanda che sorge spontanea davanti a un lavoro come questo è: perché ha sentito l’esigenza di realizzare il libro?

«So benissimo che negli anni scorsi sono usciti tantissimi libri fotografici sulla Sardegna, ma la produzione ha rallentato e questo vuole avere un significato speciale: nell’ultimo periodo la maggior parte dei lavori fotografici si sono spostati sul web, alcune cose sono belle e altre meno, però ho voluto riproporre un lavoro all’antica, diverso perché siamo nell’era del digitale. Un libro da sfogliare, pensato e curato in un certo modo».

A posteriori è stata un’idea vincente?

«Penso proprio di sì, a dimostrarlo è stato il grande entusiasmo che tutti gli autori hanno dimostrato dall’inizio alla fine, sia quando hanno accettato la mia proposta sia quando hanno cominciato concretamente a lavorare alla realizzazione del mio progetto».

Ha faticato a convincere i suoi compagni di viaggio?

«Per niente. Non ho avuto problemi a trovare persone disposte a farmi compagnia in questa sfida, anzi, devo confessare di aver dovuto fare una selezione piuttosto severa che mi ha portato più volte a dire di no. Però se tra gli elementi portanti di un lavoro c’è la qualità, al momento di fare le scelte definitive bisogna essere per forza rigidi. Tengo inoltre a sottolineare due cose: la prima è la dedica a Giuliano Cappelli, un grande fotografo e amico che chiamavamo “Il maestro della buona luce”; la seconda è la prestigiosa presentazione fatta, all’inizio del volume, da Stefano Unterthiner, che per chi non lo sapesse è l’unico fotografo italiano a far parte dello staff di National Geographic, una prefazione che dà lustro al nostro volume».

Qual è il valore più importante che il vostro libro porta con sè?

«Sicuramente quello di mostrare una Sardegna a 360 gradi, utilizzando idee e sensibilità diverse, con una mescolanza di idee e stili differenti. Tra gli autori troviamo così alcuni pionieri della fotografia naturalistica insieme ad altri di prima esperienza, personalità di nome premiate più volte in rassegne nazionali e internazionali a fianco di altri che hanno all’attivo soltanto qualche pubblicazione o riconoscimento regionale e a volte nemmeno quello. Una formula indovinata perché le recensioni sono state molto positive».

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