La Nuova Sardegna

All’Istituto d’arte ecco l’omaggio a William Turner

All’Istituto d’arte ecco l’omaggio a William Turner

SASSARI. La natura, Bruno Petretto ha imparato a leggerla da bambino. Sa decifrare i segni che, impressi sulla corteccia, raccontano la vita segreta degli alberi, le asperità delle rocce, i ritmi...

10 febbraio 2018
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SASSARI. La natura, Bruno Petretto ha imparato a leggerla da bambino. Sa decifrare i segni che, impressi sulla corteccia, raccontano la vita segreta degli alberi, le asperità delle rocce, i ritmi biologici degli animali regolati dalle stagioni. A tutti questi aspetti, raccontati con i materiali – rami, foglie, pelli essiccate – raccolti nella campagna si rivolge da sempre la sua ricerca. Non fanno eccezione i lavori riuniti nella mostra dal doppio titolo “Omaggio a William Turner” e “La biblioteca della natura”, fino al 23 febbraio all’Istituto d’arte Filippo Figari di Sassari per la rassegna d’arte contemporanea Non rientrate tardi. Questa volta l’artista di Molineddu prova a leggere la sua passione totalizzante per il mondo naturale potenziando il suo sguardo attraverso quello di Turner, il grande paesaggista vissuto tra Sette e Ottocento. In una serie di lavori che sostituiscono gli oli e gli acquerelli dell’artista inglese con le sfumature lasciate dal tempo su pelli di animali sottili come pergamene. Scrive la critica Mariolina Cosseddu: «Nate come sensazioni illusorie dei capolavori di William Turner, le composizioni di Petretto diventano citazioni concrete, materiche. A guardarle a una certa distanza, le luminose superfici si animano di marezzature, profondità, emergenze e autorizzano letture immaginifiche».

E ancora, «nelle pelli quasi trasparenti scorgiamo gli immensi vortici di luce dei dipinti in cui Turner giunge alle soglie dell’astrazione, le albe incendiate dei mattini biblici, gli orizzonti infiniti con cui Petretto evoca la grandezza della pittura a cui rende omaggio». Ma l’omaggio di Bruno Petretto è rivolto prima di tutto alla natura. Immaginata come autrice di una sua personale biblioteca, i cui capitoli passano in rassegna il mondo minerale, vegetale e animale. Da qui una serie di “libri” le cui pagine racchiudono scorze di ciliegi, foglie, pale di fichi d’india, frammenti di tufo e di rocce vulcaniche. Testimoni fisici, concreti, di un ciclo naturale che Petretto vive tutti i giorni, estate e inverno, da quando ha messo radici in una campagna alle porte di Ossi. (grab)

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