La Nuova Sardegna

Orulletas o Montegadas Leccornie di Carnevale

di Giovanni Fancello
Orulletas o Montegadas Leccornie di Carnevale

Viaggio tra le infinite varianti dell’isola per questo appuntamento

10 febbraio 2018
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E’ quell’intenso e penetrante profumo dell’olio caldo che frigge e invade l’aria fin dal primo mattino, a suggerire che il Carnevale sta esplodendo. Sono le dorate e dolci frittelle che sfrigolano, l’acquolina che cattura e ti appaga mentre rubi un generoso e caldo boccone. Una sintesi perfetta, che caratterizza storia e cucina tramandata da generazioni, attraverso influenze e contaminazioni, contraddistinte da nomi, forme e colori. Tracce ataviche di un’antica arte pasticcera, fatta semplicemente usando farina, miele, saba, uova, mandorle e formaggi. Focacce principalmente fritte e cosparse di miele e sesamo. Dolci rustici che si adattano e si perfezionano col tempo. Si parte sempre da una pastella: fluida o solida, farina, acqua e grasso. Si variano gli impasti: dolci o salati e si arricchiscono con uova, formaggio, zucchero, miele, latte, frutta fresca o secca. Le forme sono innumerevoli e frutto del gioco, dei riti o della fantasia. Sono rotonde, a spirale, a serpente, vuote, ripiene, bianche o colorate.

Tutta, ma proprio tutta la Sardegna festeggia il Carnevale con infinite varianti di dolci frittelle. Incuriositi proviamo a scoprire gusti e nomi. Facciamo un salto in Gallura dove si preparano i bellissimi e dorati Aciuleddi, glassati con il dolce miele fuso. Una sosta nel Monteacuto, a Pattada, per gustare quei friabili gioielli de sas origlietas. Raggiungiamo poi, il Meilogu e fermiamoci a Pozzomaggiore dove con gioia e facilità possiamo assaporare le intrecciate Montegadas cosparse di zucchero, o sas Catas longas di Cossoine e sos Angelotos di Thiesi. Non siamo lontani e raggiungiamo, in mezz’oretta o poco più, il Marghine. Fermiamoci a Macomer e facciamo conoscenza dei raffinati dolci de sos Istratzos, al pungente profumo d’arancio candito. Se uno non dovesse bastare, mangiamone un altro per appagare appieno la carnevalesca lussuria. Prendiamo il bivio lì vicino ed andiamo a Bortigali, ad assaporare sas Loriglietas. Ancora qualche chilometro e a Dualchi sarà il suadente profumo de sa Pasta violada ad invadervi e a catturarvi. In Barbagia il Carnevale si festeggia con solennità: nella bella Dorgali, di casa in casa, assaggeremo sas Orulletas; nella vicina Oliena a dominare sarà il profumo delle Ruglietas; non dimentichiamoci i saporiti Arruviolus di Fonni, vanto ed orgoglio di tutti i fonnesi. Sos Rubieddos li assaporeremo ad Atzara, sos Tujolos a Mamoiada e sos Uvusones a Bitti. Scendendo a Sud fermiamoci a Narbolia per un morso prolungato delle famose Tzipulas. Mentre in Goceano, non possiamo perderci ai piedi del Monte Rasu, a Bottidda, due briciole de sas Lorighitas. Ma non è Carnevale se non si assaggiano sos Parafritus, e allora raggiungiamo il Campidano e finiamo in bellezza a Carloforte per stupirci con le meravigliose Meraviglias. Satolli ed appagati, ora possiamo attendere senza sofferenza l’arrivo della morigerata Quaresima.



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