La Nuova Sardegna

«Torno da voi con un Ranieri a tutto tondo»

di Roberto Sanna

Giovedì a Nuoro la prima delle tre tappe nell’isola dell’artista napoletano con lo show “Sogno e son desto... In viaggio”

13 febbraio 2018
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SASSARI. Canta, balla, recita, intrattiene il pubblico. Secondo il cantautore canadese Gino Vannelli sono rimasti solo in due, al mondo, a fare questo tipo di spettacoli: Liza Minnelli e Massimo Ranieri. «Gino è stato troppo buono, ha fatto questa considerazione credo sei anni fa dopo aver assistito a una mia esibizione – dice Massimo Ranieri –. In realtà già qualche anno prima era stato Ennio Morricone a dire praticamente la stessa cosa dicendo che solo io, Liza Minnelli e Michael Jackson sapevamo fare queste cose. Che dire, sono complimenti che mi mettono in imbarazzo». Uno spettacolo che i suoi numerosissimi fan dell’isola potranno assaporare dal vivo giovedì a Nuoro (Teatro Eliseo), venerdì a Cagliari (Teatro del Conservatorio) e sabato a Sassari (Teatro Comunale): le tre date, organizzate dalla Via del Collegio, dello show “Sogno e son Desto... In viaggio” segnano il ritorno in Sardegna dopo quattro anni del grande artista napoletano.

Quattro anni sono tanti, in Sardegna i suoi spettacoli hanno sempre avuto un pubblico eccezionale.

«Sono troppi, anzi... troppissimi. Però, come si suol dire, l’importante è esserci. Sono felice di tornare anche perché devo dire che ho sempre trovato un pubblico molto carico, partecipe, e ho anche tanti amici sardi. Insomma, sono felice di essere di nuovo qui».

Questo spettacolo la vede impegnato a tutto tondo, non solo canzoni. Ed è una formula indovinata visto che da anni va avanti con grande successo.

«Evidentemente è come il vino, più va avanti con gli anni e più è buono. Mi fa piacere anche se io non saprei dare una vera spiegazione di questo successo, bisogna chiederlo a chi viene a vedermi. È uno show particolare, che abbraccia tutte le mie branchie artistiche: ballo, recito, canto. C’è di tutto: le mie canzoni storiche e quelle più recenti, brani storici di grandi autori come Charles Aznavour, Pino Daniele e Roberto Murolo. E ancora, poesie, sonetti di Shakspeare, Seneca. Un Massimo Ranieri a tutto tondo. In fondo io sono nato con un modello franco-americano, i miei idoli sono sempre stati Charles Aznavour, Frank Sinatra e Fred Astaire».

Non è nemmeno l’unico progetto al quale sta lavorando, visto che sta anche portando avanti un bel recupero delle canzoni tradizionali napoletane.

«È vero, insieme a Mauro Pagani stiamo portando avanti con una produzione dedicata alle grandi canzoni e degli anni Cinquanta e Sessanta, quelle da ballare guancia a guancia, un progetto che mette insieme grandissimi musicisti. Mi dispiace molto non poter portare in Sardegna, adesso, questo spettacolo ma spero di farlo molto presto, magari già nella prossima stagione».

Secondo lei l’ultimo Festival di Sanremo, fatto quasi tutto di canzoni, può aver lanciato un segnale importante per la musica italiana?

«Onestamente non so rispondere a questa domanda perché devo confessare che Sanremo l’ho visto sempre in ritardo, nel senso che riuscivo ad accendere la tv soltanto nell’ultima mezzora. So che Claudio Baglioni ha fatto un ottimo lavoro e gli ascolti lo hanno premiato, e sappiamo quanto siano importanti gli ascolti per questa manifestazione. Quanto alla canzone italiana, o meglio, la canzone all’italiana, è chiaro che si è evoluta, i ragazzi stanno al passo coi tempi e un brano non si costruisce più con la sequenza “strofe-ritornello-inciso”. Oggi si compone col pc ed è anche normale, si segue l’andamento del tempo che passa».

E’ sulle scene da tantissimo tempo, come è cambiato il suo pubblico in questi anni?

«Io sono... in bianco e nero, sto sul palco da cinquant’anni e il mio pubblico è cresciuto col passare delle generazioni, è composto da persone dagli otto ai settant’anni. Ho visto la mia platea ringiovanire, ci sono i figli dei figli dei figli, trovo bambini e teen-ager in un pubblico che si è tramandato dai tempi di “Rose Rosse” a “Perdere l’amore” fino a oggi».

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