La Nuova Sardegna

Comunità unita nel progetto di sentirsi città

Comunità unita nel progetto di sentirsi città

SORSO. La storia della chiesa di Sorso doveva essere uno capitolo di una ricerca sulle imprese edilizie dei paesi attorno a Sassari. In qualche caso sorprendenti e pure precorritrici. L’idea di un...

17 febbraio 2018
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SORSO. La storia della chiesa di Sorso doveva essere uno capitolo di una ricerca sulle imprese edilizie dei paesi attorno a Sassari. In qualche caso sorprendenti e pure precorritrici. L’idea di un lavoro articolato su questo non ha avuto seguito, e pure la vicenda della costruzione della chiesa di San Pantaleo, per le conseguenze fuori dall’ambito locale, non è stata approfondita in modo soddisfacente.

Giuseppe Chelo aveva esaminato i documenti custoditi nell’archivio della Parrocchia, pubblicando un paio di articoli nel periodico “Libertà” nel 1991.

Una sintesi che mi aveva incuriosito e spinto a guardare verbali e registri di conti. In questa pagina si dà conto di miei appunti, un’insufficiente ricostruzione dei fatti (svolta con maggiore cura da Vanna Pina Delogu in un libro edito da Carlo Delfino nel 2011) e non è escluso che altre carte inedite possano essere reperite nell’archivi.

Ulteriori notizie servirebbero per spiegare meglio il clima, le ragioni di un investimento tanto rilevante e impossibile senza il concorso della comunità, e di una classe dirigente istruita. L’impressione è che in quegli anni si mettano le basi per la crescita del villaggio determinato a darsi un contegno cittadino.

È appunto in questo quadro che nel 1838 il Comune acquisiva il “Progetto di Regolamento per il Selciamento delle Contrade” predisposto da Enrico Marchesi, ingegnere del Corpo del Genio Civile. Il tecnico più autorevole in Sardegna dopo la morte di Cominotti, con il quale aveva immaginato l’ingrandimento di Sassari approvato nel 1837. Il progetto per Sorso è meno impegnativo ma è più di un programma di sistemazione della viabilità, più che una prescrizione moderna con la quale si obbligavano i privati a concorrervi con contribuiti in denaro proporzionati alla misura delle case. Sottintende la visione di quel tempo: la moderna volontà di un riordino decoroso di antichi assetti anche attraverso nuove gerarchie nei collegamenti. Uno strumento per la riorganizzazione spaziale e coesione sociale.



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