La Nuova Sardegna

Un protocollo d’intesa per rilanciare il turismo

di Paolo Curreli
Un protocollo d’intesa per rilanciare il turismo

Accordo tra la Regione e il Polo museale della Sardegna

22 febbraio 2018
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SASSARI. «Ieri è stata una giornata di grande soddisfazione» dichiara con entusiasmo la direttrice del Polo museale della Sardegna Giovanna Damiani. Rafforzare il turismo culturale con progetti che valorizzino il patrimonio museale e storico archeologico della Sardegna. Con questo obiettivo è stato firmato il protocollo d’intesa tra l’assessora del Turismo Barbara Argiolas e Giovanna Damiani. «È il primo tassello di un percorso comune iniziato già negli scorsi mesi – ha detto Argiolas – col quale vogliamo spingere il turismo culturale in Sardegna, che ha grandi potenzialità per la diversificazione dell’offerta e delle stagionalità». Il progetto prevede di avviare una continuità di collaborazione tra l’assessorato e il Polo museale, con iniziative di carattere culturale, sviluppo territoriale integrato, attraverso attività di alto profilo culturale, studio e ricerca, organizzazione di mostre e convegni, pubblicazioni, formazione, collaborazione a progetti nazionali e europei, e promozione on line nel mondo».

«Col Polo museale siamo al lavoro su altri progetti comuni come l’accordo col Museo Hermitage di San Pietroburgo nei prossimi mesi e un programma di iniziative che mettano la Sardegna al centro degli itinerari culturali europei nel 2018 e nel 2019, grazie alle risorse della linea 6.8.3 del Por (Programma operativo regionale). Non esiste turismo senza le imprese – ha concluso Argiolas – vogliamo coinvolgerle in sede strategica e decisionale».

A chiudere la giornata entusiasmante la notizia del piano del Ministero che rende immediatamente disponibili 20 milioni di euro per numerosi restauri. «Il cuore della missione del Polo – precisa Damiani – è la tutela e la valorizzazione dei luoghi di cultura». E questi luoghi passati con la riforma Franceschini dalle soprintendenze al Polo museale sono i musei nazionali, la Reggia di Barumini, Cornus e new entry particolarmente importanti, come le aree archeologiche di Nora e Tharros che saranno coinvolte nei nuovi cantieri. «Un lavoro che abbiamo cominciato con grande sforzo visto la scarsità di risorse – dice Damiani –, ma abbiamo tutte le competenze necessarie, tecniche e scientifiche».

Ci saranno interventi legati al restauro e alla fruizione nella Cittadella dei Musei di Cagliari. Sassari è coinvolta con la Pinacoteca Nazionale e il Museo Sanna. «Considero la Pinacoteca lo spazio più bello sotto la nostra tutela – conferma Giovanna Damiani –. Con 700 mila euro svilupperemo i collegamenti informatici è realizzeremo un sogno nel cassetto: recuperare spazi espositivi e aprire il primo piano verso piazza Santa Caterina con una caffetteria, il bookshop e una sala da destinare a eventi».

Il Museo Sanna è per Damiani: «Il gioiello di Sassari che versava in condizioni drammatiche. Con più di due milioni concluderemo la ristrutturazione per restituirlo alla città». Risorse anche per l’Antiquarium di Porto Torres (2.800 mila euro) e l’Area archeologica di Turris Libisonis (577 mila euro). Cantiere anche al Museo Archeologico Asproni di Nuoro. «In progetto una sala al primo piano che presenti la collezione – rivela Damiani – e l’apertura del giardino. Nuoro è in una posizione strategica per il turismo culturale».

Il piano di investimenti del Ministero è un banco di prova anche per la divisione di compiti tra Polo museale e Soprintendenze, divisione che ha creato diverse polemiche a livello nazionale. Le soprintendenze sarde avranno risorse per intervenire a Cagliari nel Parco di Tuvixeddu e nella Torre di San Pancrazio, nel nuraghe Palmavera ad Alghero e nei lavori di consolidamento del Ponte Romano di Porto Torres. «Nella vicenda c’è un lato buono che ci consente di lavorare su rilevanti problemi di tutela – dichiara Fausto Martino, soprintendente della Sardegna meridionale –. Resta però il fatto che non si può fare valorizzazione senza tutela. Si corre il rischio che per gli interventi il Polo debba chiedere i permessi alle soprintendenze, e anche quello che a noi rimanga la parte degli antipatici, quella dei divieti e delle regole. Un nodo che andrebbe risolto».

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