La Nuova Sardegna

La riscoperta dell’arte di Nonnis

di Sabrina Zedda
La riscoperta dell’arte di Nonnis

A Cagliari una rassegna dedicata al pittore nuorese morto nel 1975 a 45 anni

24 febbraio 2018
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CAGLIARI. Quando era in vita la sua opera fu ammirata e celebrata da innumerevoli estimatori. Dopo la morte qualcuno cominciò a ritenerlo inattuale: troppo legati alla radici isolane i suoi lavori, e quindi considerati superati, provinciali. In realtà Giovanni Nonnis fu davvero tra i più creativi e innovatori artisti sardi del suo tempo. Adesso il Palazzo di Città lo celebra con “Giovanni Nonnis. La matrice e il segno”, mostra che è stata inaugura ieri in cui si propongono ottanta lavori dell’artista nuorese morto nel 1975, a soli 45 anni. Curata dalla direttrice dei Musei Civici, Paola Mura, la mostra arriva a più di vent’anni di distanza da un primo omaggio a Nonnis presentato nella Galleria comunale d’arte.

Oggi l’artista viene ulteriormente indagato, mettendo al centro quello che è il suo tratto distintivo: l’uso nella creazione delle opere di matrici ottenute incidendo con un ferro arroventato lastre di polistirolo, su cui viene poi applicato il colore. Una tecnica innovativa che dà la misura del percorso creativo e sperimentale di Nonnis.

Per la prima volta esposte al pubblico, le matrici, insieme alle opere, raccontano la “Saga del nuragico”, tema che fa da filo conduttore all’intera esposizione e di cui protagonista è il “guerriero”, ispirato ai bronzetti nuragici. Non è un caso quindi se, a un certo punto del percorso, il visitatore si imbatte nel “Guerriero a quattro occhi e quattro braccia”, prestato dal Museo archeologico del capoluogo. Da una sala all’altra scorrono questi uomini colorati, ma anche cavalli ispirati alle pitture rupestri, figure (anche quelle delle figlie) che testimoniano delle sue prime sperimentazioni, sino alle sue rappresentazioni della Crocifissione. Un percorso che restituisce le grandi conoscenze che Nonnis aveva dell’arte, ma anche le straordinarie qualità, capaci di farlo inserire, insieme a Giovanni Fancello e Costanino Nivola, tra i più grandi maestri del secondo Novecento sardo.

In una sorta di dialogo con la sua opera, la mostra offre anche lavori di Maria Lai e Pinuccio Sciola. Il percorso si arricchisce anche di un documentario, curato dalla figlia di Nonnis, Cecilia, per la regia di Giovanni Columbu, in cui sono fondamentali i contributi di Placido Cherchi e della stessa Cecilia Nonnis. Un altro documentario, invece, vede il critico Giorgio Pellegrini ricostruire i temi dell’artista- guerriero.

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