La Nuova Sardegna

Syusy Blady oggi ad Alghero per il suo nuovo romanzo

Syusy Blady oggi ad Alghero per il suo nuovo romanzo

ALGHERO. Oggi ad Alghero è in programma un nuovo appuntamento con le anteprime dell’edizione 2018 del festival “Dall’altra parte del mare”. Alle 18.30 Syusy Blady sarà infatti ospite della libreria...

24 febbraio 2018
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ALGHERO. Oggi ad Alghero è in programma un nuovo appuntamento con le anteprime dell’edizione 2018 del festival “Dall’altra parte del mare”. Alle 18.30 Syusy Blady sarà infatti ospite della libreria Cyrano (in via Vittorio Emanuele 11) per presentare, insieme a Lalla Careddu “Il Paese dei cento violini”, romanzo scritto con Giovanni Zucca e dedicato alla storia antica e affascinante dei violini di Santa Vittoria di Gualtieri.

La trama del libro è intrigante e fa riferimento a quelli che ancora nell’Ottocento venivano definiti «strumenti del diavolo». Il cancelliere del ducato di Modena e Reggio e il parroco di Santa Vittoria sono d’accordo: la musica e il ballo a cui si abbandonano braccianti e contadini a fine giornata sono pericolosi. Fomentano appetiti sconvenienti del corpo. E soprattutto eccitano gli animi e le teste del popolo. Che tra una polca e una mazurca magari si fa venire strane idee. Meglio vietare, limitare. E, se necessario, punire. Quando Enrica si imbatte in Arturo, e ben presto si innamora di lui, il ragazzo sta appunto fuggendo per non farsi sequestrare il prezioso violino, che gli dà da mangiare. Se glielo prendono è finita.

Siamo in un angolo d’Italia dove Dio ha lasciato terra e acqua troppo mischiate e un formicaio di braccianti, scariolanti, contadini sta lavorando alla bonifica, un’impresa immensa e dura. Sono tutti poveri e tutti sfruttati dai caporali. Ma trovarsi a ballare a tempo di musica allevia la stanchezza. Ed è vero che divertendosi vien da pensare che svagarsi è un diritto. È metà Ottocento e qualcosa si mette in movimento a Santa Vittoria, il paese dove quasi tutti hanno un violino e che ha fatto la rivoluzione a tempo di liscio.

E lì che contadini e braccianti capiscono che l’unione fa la forza, che aiutandosi a vicenda si può trattare alla pari con il potere, che si può vivere meglio e dare un futuro ai figli, magari facendogli studiare musica e avere successo al di là dei confini. Ed è sempre lì che, nel 1911, i contadini si comprano la terra e fondano una delle prime e più grandi cooperative agricole d’Italia. Diventano padroni di loro stessi.

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