La Nuova Sardegna

Agli Oscar (nella notte tra domani e lunedì ci sarà la cerimonia) si presenta con cinque nomination e potrebbe essere la sorpresa indie di questa edizione degli Academy Awards. Dietro c’è il nuovo simbolo del cinema indipendente americano, quella Greta Gerwig lanciata da Noa Baumbach. Sua musa, indimenticabile il personaggio a cui ha dato vita in “Frances Ha”, ma anche collaboratrice in fase di scrittura. Naturale il passaggio dietro la macchina da presa di un talento del genere che debutta con “Lady Bird” e subito cattura l’attenzione con vari riconoscimenti, compresi due Golden Globes, e viene candidato agli Oscar. Insomma osannato in patria. Troppo. Un film sicuramente gradevole, che merita rispetto, ma forse dalla Gerwig ci si poteva aspettare qualcosa di più originale.

Per il suo esordio punta invece su un teen movie strutturato come un racconto di formazione che segue binari tradizionali. Protagonista una ragazza di Sacramento all’ultimo anno di liceo, insofferente verso la vita di provincia, l’ambiente scolastico, la madre, i problemi economici della famiglia. Il sogno è lasciarsi tutto alle spalle, riuscire a entrare in un college sulla costa orientale, andare a New York per trovare la strada giusta per esprimersi. Tra turbamenti amorosi, litigi, gioie e dolori, si sta al fianco di questa ragazza post-adolescente che vive una fase di passaggio fondamentale. Momenti di grande autenticità (grazie anche alle ottime interpretazioni di Saoirse Ronan e Laurie Metcalf, figlia e madre) si affiancano però ad altri meno riusciti. Per il suo esordio alla regia Greta Gerwig si può considerare promossa, ma senza lode.