La Nuova Sardegna

«La magia di quest’isola è uno dei segreti del successo del film»

«La magia di quest’isola è uno dei segreti del successo del film»

Ieri a Sassari incontro con i protagonisti di “Figlia mia” Laura Bispuri: «Girare a Cabras? Una scelta d’istinto»

04 marzo 2018
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SASSARI. «A Berlino tutti mi chiedevano di quella che è la quarta protagonista del film insieme a Sara Casu, Valeria Golino e Alba Rohrwacher: la Sardegna». Un aspetto molto importante per Laura Bispuri perché la scelta dell’isola, istintiva dice lei («ci venivo da piccola»), ha rappresentato molto di più che la semplice risposta alla ricerca del posto ideale per ambientare “Figlia mia”. Perché i luoghi hanno arricchito la storia stessa.

Due anni di ricerche sul territorio, un progressivo avvicinamento alla Sardegna, «una madre terra dalla quale mi sono sentita adottata», attraverso tanti viaggi e una continua riscrittura della sceneggiatura fino alla scelta di Cabras come location principale delle riprese che hanno coinvolto anche zone dei comuni di San Vero Milis, Riola Sardo, Oliena, Cuglieri, Villa Sant'Antonio. Tornata nell’isola per un tour di presentazione del film reduce dalla Berlinale, la regista romana ha incontrato anche il pubblico di Sassari al Cityplex Moderno, accompagnata dai due interpreti sardi Michele Carboni e Sara Casu. Quest’ultima davvero una rivelazione: «Un altro regalo della Sardegna – sottolinea Laura Bispuri – arrivato dopo una lunga ricerca. Oltre per i suoi colori, e la somiglianza con Alba, mi ha colpito per la sua voce diversa da quella di tutte le bambine che avevo visto prima. Una voce più adulta. E poi ha affrontato in modo sorprendente già i primi incontri. Abbiamo letto il copione insieme, le ho parlato dei sentimenti del film, raccontato l’arco narrativo, la trasformazione del suo personaggio: Vittoria. Poi sul set era pronta e l’ho trattata allo stesso modo di Alba e Valeria». Rohrwacher è la scapestrata Angelica, la madre naturale che lascia appena nata la bambina a Tina, interpretata dalla Golino, l’apprensiva madre che cresce la piccola fino a dieci anni quando il patto tra le due donne si rompe. «Il personaggio di Valeria è più radicato nel territorio – evidenzia la regista – e con lei abbiamo lavorato molto sull’unione tra Tina e l’isola».

E proprio dalla voce della grande attrice si avverte il lavoro fatto anche alla ricerca di una cadenza che, in modo non marcato, cerca di ricreare quella tipica isolana. «Non volevo fare una caricatura della lingua – spiega Laura Bispuri – però allo stesso tempo volevo una musicalità simile. Siamo state attente a queste. C’era un’attrice sul set, Maria Loi, che ha aiutato Valeria e Alba a trovare la cadenza giusta». Personaggi che la regista segue con attenzione prediligendo la camera a mano. «È il mio modo naturale per stargli vicino. Lavoro molto sull’ambiente prima di girare, di modo che quando poi cominciano le riprese posso focalizzarmi verso gli attori, i personaggi, sapendo che dietro ho degli sfondi sui quali ho lavorato tanto, che ho cercato e mi danno una grande forza».

Il risultato è stato apprezzato molto dalla stampa internazionale, in particolare americana, presente al festival di Berlino dove “Figlia mia” ha avuto la sua anteprima qualche giorno fa. «Il motivo di questo interesse – sottolinea Laura Bispuri – credo si possa ricondurre al fatto che all’interno di una storia comunque anche arcaica ci sia una riflessione contemporanea e universale. Come già mi è successo con “Vergine giurata” sono convinta che nel confronto con il pubblico di diverse parti del mondo ritroverò più o meno le stesse domande. Intanto “Figlia mia” è già stato venduto in Cina, io sto per andare a Hong Kong, poi a New York. Sembra si stia delineando un bel percorso per il film».(f.c.)

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