La Nuova Sardegna

i protagonisti 

Sara e Michele, che brividi «Un’esperienza fantastica»

Sara e Michele, che brividi «Un’esperienza fantastica»

SASSARI. Parlare con il microfono in mano davanti a un pubblico non è facile per nessuno, figurarsi farlo davanti ai propri genitori. No, meglio di no. Papà e mamma devono restare fuori. Salvatore e...

04 marzo 2018
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SASSARI. Parlare con il microfono in mano davanti a un pubblico non è facile per nessuno, figurarsi farlo davanti ai propri genitori. No, meglio di no. Papà e mamma devono restare fuori. Salvatore e Franca si rassegnano agli “ordini” della figlia Sara che preferisce non trovarsi di fronte la famiglia in queste occasioni. Così era stato anche sul set, la scorsa estate. Genitori a giusta distanza per sentirsi più libera.

Reazione normalissima quella dell’undicenne algherese, protagonista del film di Laura Bispuri, che con i suoi capelli rossi cattura subito l’attenzione. Ma oltre l’aspetto c’è un talento naturale per la recitazione che ha sorpreso tutti al festival di Berlino dove ha vissuto un piccolo, grande sogno sfilando sul red carpet. «Un momento emozionante, anche se all’inizio ero un po’ spaventata» racconta la giovanissima interprete di Vittoria. Questo il suo nome in “Figlia mia”, una bambina divisa tra due madri. Un personaggio assolutamente centrale nella storia scritta da Laura Bispuri insieme a Francesca Manieri. Si può dire tranquillamente che Sara Casu si porta sulle spalle il film, raro esempio nel cinema italiano dove non è facile trovare opere che si affidano in modo così dichiarato a protagonisti di così giovane età. «Un’esperienza bellissima che mi ricorderò per tutta la vita» sottolinea lei, timida e di poche parole a vederla in queste circostanze quanto decisa e professionale sul set come raccontato dalla regista e dagli altri interpreti.

Tra questi Michele Carboni, pastore di Sedilo prestato al cinema già in altre occasioni (esordì con “Ballo a tre passi” di Salvatore Mereu) che veste i panni di Umberto, il padre non naturale di Vittoria. Il marito di Tina, quindi, che ha il volto di Valeria Golino: «Ricordo che il primo giorno di riprese – evidenzia Michele Carboni – ero un po’ impacciato, ma anche grazie a lei è andato tutto bene. Una grande attrice, mi ha dato consigli, messo a mio agio. Ma in generale è stata un’esperienza fantastica, dove tutti ci siamo impegnati al massimo». Un personaggio quello dell’attore sardo che pur stando sullo sfondo di una storia al femminile, ha un ruolo importante. Una rappresentazione del maschile diversa, lontana dal machismo secondo le intenzioni della regista. «Un uomo tranquillo che caratterialmente ho sentito vicino a me. E credo che Laura lo abbia capito subito». Una bella soddisfazione per Michele Carboni che confessa al primo contatto di non essere stato sicuro di accettare: «Non avevo tanta voglia di tornare a fare cinema. Quando ho incontrato Laura e ho letto la bellissima sceneggiatura ho però capito che non potevo dire di no». (f.c.)

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