La Nuova Sardegna

Una commedia nera ricca di misteri

di Fabio Canessa
Una commedia nera ricca di misteri

“I dilettanti”, l’inquietante storia onirica del fumettista americano Conor Stechschult

10 marzo 2018
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Una volta finito “I dilettanti” di Conor Stechschulte (001 Edizioni, 72 pagine, 10 euro) la prima cosa che viene da dire è: mi sarà sfuggito qualcosa, devo rileggerlo subito. Ma forse è inutile cercare risposte chiare seguendo una logica prettamente razionale nella storia del fumettista americano, tra i più apprezzati della scena indie. Non si tratta di un giallo o un thriller, siamo più dalle parti di una black comedy volendo trovargli un genere, ma restano pezzi di un mosaico che non è facile da completare. Un mistero di fondo. Un sogno/incubo che si materializza nel quotidiano dei personaggi.

Svaniscono così i confini netti tra mondo reale e onirico, ed è questa permeabilità che apre prospettive diverse a ogni lettore. Nel cinema lo ha insegnato a tutti, meglio di qualunque altro autore, David Lynch e immergendosi nella surreale, a tratti anche comica, vicenda raccontata da Stechschulte anche se soltanto come suggestione si può ritrovare qualche aspetto della poetica del grande cineasta.

A livello di inquietudine, perché visivamente non potrebbe essere più lontano. Per esempio il fumetto non è a colori, il disegnatore utilizza il bianco e nero per un racconto che ha come protagonisti principali due macellai: Jim e Winston. Come tutte le mattine vanno ad aprire il loro negozio, a due passi da un fiume, ma stavolta niente è come dovrebbe essere: dalla macellaria è sparita la carne e loro si sono completamente dimenticati come si lavora. All’arrivo di due clienti cercano di prendere tempo per trovare un modo per soddisfare le richieste e nel retro vedono una mucca e dei maiali che potrebbero fare al caso loro. I risultati saranno imprevedibili. Questa che è la storia principale viene però inframezzata da pagine del diario della studentessa Anne M. Nemeth. Cosa lega la giovane alla disavventura dei due macellai? E perché loro soffrono di amnesia? Queste le prime domande che si insinuano nella mente del lettore procedendo nel racconto del fumettista, strutturato dal punto di vista grafico con tavole che alternano una disposizione di vignette più ordinata, quadrate e rettangolari, a pagine in cui la griglia è frammentata nelle forme. Questo per dare un senso di maggiore dinamismo alle scene più concitate di una storia comica e inquietante allo stesso tempo.

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