La Nuova Sardegna

“Pertini il combattente”, nelle sale il film di De Cataldo con i disegni di Manuelle Mureddu

Fabio Canessa
Un'animazione di Sandro Pertini di Manuelle Mureddu diffusa durante la presentazione del film
Un'animazione di Sandro Pertini di Manuelle Mureddu diffusa durante la presentazione del film

Le animazioni realizzate dai lavori dell'artista sardo. Lo scrittore: «Il racconto di un leader straordinario»

15 marzo 2018
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SASSARI. «Combattente come aggettivo, per il suo carattere, ma anche come sostantivo: colui che combatte. Per la libertà, la giustizia, il socialismo, l'antifascismo, la resistenza, la democrazia». Così Giancarlo De Cataldo spiega il titolo del docufilm realizzato insieme a Graziano Diana e dedicato al presidente più amato degli italiani «perché - sottolinea lo scrittore - sapeva trovare le parole giuste per entrare nelle case della gente, parlare al cuore di tutti, ci si poteva fidare di lui». Da oggi nelle sale (in Sardegna al Cityplex Moderno di Sassari e all'Odissea a Cagliari), "Pertini - Il combattente" mescola repertorio d'epoca, interviste e sequenze animate costruite a partire dalle illustrazioni del nuorese Manuelle Mureddu.

A coinvolgerlo nel progetto lo stesso De Cataldo: «L'ho conosciuto al festival di Gavoi - spiega - e quando abbiamo deciso di usare nel film anche la grafica e l'animazione, mi è venuto naturale proporre Manuelle. Lui è bravissimo, le sue cose sono piaciute a tutti e ci ha dato mano». Il lavoro di Mureddu si è in particolare concentrato su momenti della vita di Pertini per i quali scarseggia il materiale filmico. Passaggi significativi di quando era un giovane soldato durante la Prima guerra mondiale e poi le evasioni nel periodo fascista. Un contributo importante che poi si è esteso alla stilizzazione dell'immagine dei Mondiali di calcio del 1982, ai titoli, al manifesto.

«Una collaborazione a tutto tondo per quel che riguarda l'aspetto grafico del film» racconta Graziano Diana, il regista, che ha origini stintinesi. «Sono nato a Livorno perché mio padre era venuto a lavorare in Continente, ma sono profondamente legato a Stintino e a tutta la Sardegna» racconta Diana che su Pertini aggiunge: «Credo questo film sia patrimonio di tutti perché ognuno a un suo Pertini da ricordare. Personalmente la prima cosa che mi viene in mente sono le immagini che lo ritraggono sul luogo della bomba alla stazione di Bologna. Nel 1980 abitavo a Pesaro, passavo spesso da lì».

Per Giancarlo De Cataldo, figlio di socialisti, quasi una figura mitologica di cui ha sentito parlare sin da bambino. Un film di sicuro interesse per chi ha vissuto gli anni della sua presidenza, ma che vuole rivolgersi prima di tutto ai giovani «cosa che lui in vita sapeva fare benissimo» evidenzia Graziano Diana. Un documentario (prodotto da Anele in collaborazione con Altre Storie, Sky e Rai Cinema) che parte da un libro di De Cataldo di qualche anno fa: "Il combattente - Come si diventa Pertini", pubblicato da Rizzoli.

«Dieci anni fa - ricorda lo scrittore - c'era già il progetto di fare un film, ma di fiction, su Pertini. Non si riuscì, ma c'è rimasta la voglia di raccontare quest'uomo. Ho cominciato con il libro e adesso abbiamo chiuso il cerchio con il documentario che non vuole essere un santino di Pertini, che di sicuro non era una persona tradizionale, ma avvicinarlo con ogni linguaggio possibile a un immaginario ragazzo di vent'anni che non ne ha mai sentito parlare. Per quello abbiamo utilizzato anche linguaggi come la musica, l'animazione, le tavole di Pazienza, una piccola sequenza con degli attori, per cercare un modo più agile di comunicare una storia del passato».

A scandire la narrazione diverse testimonianze. Dai ricordi di Giorgio Napolitano a quelli di Dino Zoff, dalle parole di Eugenio Scalfari a quelle di Antonello Venditti per fare i nomi di alcuni dei personaggi intervistati. Tra questi a De Cataldo piace sottolineare Mario Almerighi: «Andò come giovane pretore da Pertini, allora presidente della Camera, a dirgli di avere le prove che dei politici avevano preso dei soldi dai petrolieri per fare delle leggi a loro favore. Quando gli venne raccontato che anche il Partito socialista prendeva dei soldi si mise a piangere e disse: andate avanti senza guardare in faccia a nessuno».

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