La Nuova Sardegna

L’archivio di Antonio Segni digitalizzato e inserito online

di Antonio Meloni
L’archivio di Antonio Segni digitalizzato e inserito online

Acquisite 83mila pagine sull’attività politica dell’ex presidente della Repubblica L’operazione è frutto della sinergia tra la Fondazione e l’Università di Sassari

16 marzo 2018
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SASSARI. Un secolo di storia nazionale a portata di mouse per ricostruire nel dettaglio uno dei periodi più importanti e delicati dell’Italia contemporanea. Dopo una meticolosa opera di riordino, l’archivio di Antonio Segni è stato digitalizzato e adesso i documenti prodotti durante l’intensa attività politica e istituzionale del compianto statista sassarese si possono consultare nel dipartimento di Storia dell’Università di Sassari. Il progetto di acquisizione digitale, frutto della collaborazione fra la Fondazione Segni e l’ateneo turritano, con il sostegno della Fondazione di Sardegna, è stato presentato nei giorni scorsi a Sassari nella sala conferenze dell’istituto di via Carlo Alberto, presente Mario Segni affiancato dal rettore Massimo Carpinelli e dal direttore della Fondazione di Sardegna, Carlo Mannoni. Il progetto, attualmente alla seconda fase, prevede anche la creazione di una piattaforma online e la pubblicazione in rete di una parte dei documenti che compongono il ponderoso fondo archivistico appartenuto all’ex presidente della Repubblica scomparso nel 1972. Un lavoro certosino durato più di un anno durante il quale l’informatico Attilio Zannoni (Archisard) e l’assegnista di ricerca Salvatore Mura (Università) hanno acquisito in digitale circa settantamila delle 83mila pagine contenute in 514 buste e ripartite in 11.849 unità archivistiche. Un’operazione delicata realizzata nel rispetto della filologia dei documenti di cui, se si esclude la sostituzione di graffette arrugginite, è stata rispettata l’integrità.

L’archivio è strutturato come un grande file di Excel con l’elenco degli atti ai quali è stato assegnato un numero progressivo affiancato da un titolo e da una breve descrizione degli argomenti trattati con l’indicazione di nomi e cognomi dei protagonisti. Per fare una ricerca è sufficiente digitare una parola o una frase “chiave” nella stringa bianca in alto a destra e il sistema “restituisce” in un attimo l’immagine digitale dei documenti relativi all’argomento. Un supporto informatico di notevoli dimensioni, più di 170 giga di materiale, di cui 156 in alta definizione, ma facilmente consultabile con un semplice personal computer. Quanto sia importante sul piano storico l’archivio di Antonio Segni lo ha rimarcato in apertura il rettore Massimo Carpinelli ricordando anche che nel 2002, la soprintendenza archivistica regionale della Sardegna aveva dichiarato il complesso di notevole interesse storico. I documenti prodotti durante l’attività politica e di governo dalle segreterie dell’ex presidente della Repubblica, abbracciano un arco temporale piuttosto vasto che va dal 1863 al 1972. Tessere preziose che permettono di ricostruire un periodo storico complesso consentendo, fra l’altro, una lettura più attenta e meno superficiale di fatti importanti di cui Antonio Segni è stato protagonista. L’archivio comprende anche memorie, relazioni, atti e un fitto carteggio con le più alte personalità del tempo tra cui Aldo Moro, Amintore Fanfani, Pietro Nenni, Giuseppe Saragat, Sandro Pertini, Ugo La Malfa, Giorgio La Pira e Umberto Terracini, nonché capi di stato stranieri come Konrad Adenauer e Richard Nixon.

Ma nell’archivio c’è anche tanta Sardegna senza la quale documenti, carteggi e appunti, assurti oggi a dignità di reperti storici, non sarebbero mai stati prodotti. Una documentazione davvero molto vasta dalla quale si può rilevare la posizione dello statista riguardo ai temi delicati trattati in quella stagione politica intensa e travagliata. Ma al di là dell’indubbio valore documentale, rileggendo gli atti appartenuti a Segni, che è stato anche rettore dell’università di Sassari dal 1946 al 1951, è possibile fare anche un’analisi linguistica per capire come sia cambiato, nel tempo, lo stile delle cancellerie di stato e il modo con cui, in un passato relativamente recente, venivano redatti gli atti di una certa importanza. «Si tratta – ha detto Massimo Carpinelli – di un’operazione che rende disponibile uno dei più ricchi fondi archivistici presenti oggi in Italia». Il primo lavoro di schedatura analitica, realizzato dallo storico Manlio Brigaglia, produsse un'articolazione dell'archivio, in sei sezioni, relative all'incarico ricoperto da Antonio Segni durante la lunga e prolifica carriera politica.

Dai titoli assegnati alle raccolte è possibile intuire l’importanza e la delicatezza del materiale contenuto: “sottosegretario e ministro dell'Agricoltura”; “ministro della Pubblica istruzione e della Difesa”; “presidente del Consiglio”; “presidente della Repubblica”; “Sardegna" e “Varie”. Al primo versamento, costituito da diecimila unità, si aggiunsero oltre quattromila pezzi acquisiti in seguito. Il lavoro di riordino e inventariazione, sotto la direzione scientifica dell’archivista di stato Carla Ferrante, è stato portato a termine con il contributo di Maria Lorenza Murtas e Consuelo Costa che ne hanno curato, rispettivamente, la schedatura e la revisione.

La terza fase, quella conclusiva, sarà la creazione di una piattaforma digitale e la pubblicazione in rete di buona parte del fondo. Per farlo, però, sarà necessaria un’attenta selezione tenuto conto del fatto che il complesso archivistico conserva anche documenti molto riservati. Quando il progetto sarà completato, l’archivio del quarto presidente della Repubblica italiana, primo capo di Stato sassarese, sarà alla portata di un clic da qualsiasi computer collegato in rete consentendo a storici e studiosi di fare ricerca da casa.

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