La Nuova Sardegna

In cammino lungo le coste sarde, tra i sentieri delle 100 torri

di Grazia Brundu
In cammino lungo le coste sarde, tra i sentieri delle 100 torri

Un periplo della Sardegna tra storia e natura. Parla Nicola Melis, l’ideatore del percorso

17 marzo 2018
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Mettere in pausa la vita di tutti i giorni, dimenticare le macchine, i semafori, le beghe di condominio. Camminare per settimane tra il verde e l’azzurro. Un sogno che Nicola Melis, ingegnere cagliaritano di trentaquattro anni, ha trasformato in realtà. Da quando, il 24 febbraio, si è messo in marcia alla testa di un gruppo di camminatori, uomini e donne, dai venticinque ai settantasei anni. Partiti da Cagliari, stanno facendo il periplo della Sardegna in senso antiorario, a piedi lungo le coste, il mare sulla destra. Sotto le suole, sabbia, sterrati e sentieri inerpicati tra rocce. Un viaggio che si concluderà il 25 aprile, con gli occhi e l’anima pieni di colori e profumi di un inverno orientato alla primavera.

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Da Cagliari per risalire a nord. In questi giorni il gruppo sta attraversando la Gallura, prima di spostarsi a Castelsardo, Sorso, Alghero e poi proseguire verso sud lungo la costa occidentale. La carovana, di cui fanno parte anche due cani, è in realtà il secondo atto di un viaggio già compiuto in solitaria. Infatti l’idea del Cammino100Torri, dal numero (in tutto 107) delle fortificazioni edificate lungo i litorali sardi a partire dall’alto medioevo e utilizzate fino all’inizio dell’Ottocento come difesa dai corsari, «mi è venuta quattro anni fa, di ritorno dal Cammino di Santiago con mio padre – racconta Melis – È stato allora che ho deciso di fare il giro della Sardegna, anche per valorizzare un patrimonio, quello delle torri costiere, poco conosciuto dai turisti e solo in parte dai sardi». La prima volta il cammino è durato due settimane in meno. Però è stato emotivamente più complicato: «Ero completamente solo. – ricorda l’ingegnere cagliaritano –. Passavo giornate intere a vedere nient’altro che il mare, senza scambiare una parola con nessuno, a eccezione dei proprietari delle strutture dove trascorrevo la notte. Alla fine del viaggio ho impiegato quindici giorni a riallacciarmi al mondo, – prosegue – quindi adesso è un sollievo anche semplicemente condividere un caffè con altre persone e ascoltare le loro storie».

La strada lava le impronte. Certo, le difficoltà ci sono, amalgamare personalità non sempre è facile. Però, dice Melis, «si impara ad adeguare i propri ritmi a quelli degli altri. Come responsabile del gruppo, invito sempre tutti ad essere pazienti e a condividere. Poi capita di avere delle discussioni, ma non è un problema. Il mattino dopo passa tutto. Come si dice: la strada lava le impronte». Dalle 8 di mattina al tramonto le scarpe si ammorbidiscono, gli aneddoti e le parlate si mescolano.

Al Cammino100Torri hanno risposto persone da più regioni italiane. Attratte da un passaparola, europeo e internazionale, che corre sui social, unisce viaggiatori abituati a percorrere, sacco in spalla e tempo a disposizione, cammini impegnativi, affascinanti come Santiago e la via Francigena, per citare due dei più famosi.

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Percorso in fase di rodaggio. Un modo di viaggiare che interessa camminatori di tutte le età e che nel 2016, con la proclamazione dell’Anno dei Cammini d’Italia, ha avuto nuovo impulso. Anche in Sardegna, dove esiste una serie di percorsi spirituali e naturalistici, a cominciare dal Cammino di Santa Barbara, dedicato alla patrona dei minatori, all’interno del Parco Geominerario del Sulcis-Iglesiente, riconosciuto patrimonio dell’Unesco. Il Cammino100Torri è ancora in fase di rodaggio, ma inizia a farsi notare oltre Tirreno. «Su ventisei partecipanti, – racconta Nicola Melis – i sardi siamo circa una decina. Il resto del gruppo, compreso il mio socio Matteo Tamborino e la guida turistica ambientale Mara Battilana, viene da fuori. Da Bergamo, la Liguria, la Toscana, un signore addirittura dal Belgio».

Panorami condivisi in diretta. C’è perfino un nipote di Papa Giovanni XXIII, Emilio Roncalli, che viene da queste parti da quindici anni, ma adesso, a settantadue, dice che «questa è un’altra cosa: questo non è turismo, questa è una goduria».E così tutti i giorni condivide su Facebook i panorami più belli con amici e parenti che lo seguono dall’Italia e dall’Inghilterra. Fa così anche Antonino La Spada, di Scarperia di Mugello, che frequenta un’associazione escursionistica in Toscana, ma finora, ammette, «non avevo mai avuto a che fare con un gruppo così numeroso e complicato da gestire. Però – assicura – sta andando tutto bene, è un’esperienza coinvolgente dal punto di vista umano e ambientale, perché si ha la possibilità di visitare la Sardegna in tutti i suoi microclimi. Semmai – aggiunge – l’unico problema, non insuperabile, è adeguarsi alle strutture ricettive, che in questo periodo non sono tutte aperte».

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Un nodo, questo, che l’Associazione Cammino100Torri sta cercando di sciogliere. Per garantire un minimo di continuità nell’accoglienza. «Da quando ho fatto il primo giro da solo – racconta Nicola Melis – ho iniziato a prendere contatti con alcune strutture, soprattutto i campeggi dove ci fermiamo a dormire, e adesso con molte di esse si sta instaurando un rapporto di fidelizzazione. L’obiettivo è creare un movimento, più persone camminano e più tutti sono contenti: i viaggiatori e le strutture che hanno un ritorno economico. In questo sono fondamentali anche i sindaci: il cammino passa per ottantotto comuni e, se adeguatamente sostenuto, può diventare un’opportunità per il territorio».
 

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